Dopo quindici anni di Serie A1, scendere di categoria non è un passo indietro ma una nuova sfida che ora ha la maturità giusta per affrontare.
Si è tenuta presso gli stabilimenti della Globo Spa la conferenza stampa di presentazione del centrale Francesco Fortunato, l’ultimo acquisto in casa Globo Banca Popolare del Frusinate Sora quando mancavano poche ore alla chiusura del Volley Mercato.
Quando si hanno delle emozioni da raccontare per il fatto che sono dei sentimenti astratti e spessissimo non si trovano le parole per farlo, allora per rendere l’idea bisogna riportare delle storie. Questo è quello che hanno fatto in conferenza stampa il Direttore Generale Alberico Vitullo, i patron Gino e Ivan Giannetti e la star di giornata Francesco Fortunato che è arrivato in sala accompagnato da sua moglie Francesca e da Riccardo, uno dei suoi splendidi bimbi.
Come di consueto ad aprire la conferenza e a fare gli onori di casa è stato il Dg Vitullo che nel suo perfetto stile ha esordito
“Ringrazio la famiglia Giannetti per avermi reso davvero semplice il compito quest’anno perché presentare prima Daniele Ricci, poi Giuseppe Patriarca e in ultimo, ma non sicuramente in ordine di importanza, Francesco Fortunato è talmente tanto semplice che non devo neanche spenderci parole.
Per farvi rendere conto del prestigio dell’atleta vi racconto che pochi giorni fa al Volley Mercato tutti gli addetti ai lavori quotavano la Globo tra le prime cinque squadre del campionato. Appena abbiamo dato la notizia dell’acquisto di Fortunato, che tra l’altro nessuno si aspettava visto che lo abbiamo preso come terzo centrale, le nostre quotazioni sono schizzate facendoci diventare, almeno sulla carta, i favoriti. Sono lusingato di avere un altro atleta di questo calibro in squadra e non vedo l’ora di vederli tutti riuniti per il raduno del 16 agosto che vedrà il roster al gran completo, a eccezione di Siltala che arriverà il lunedì successivo, in modo da poter subito lavorare sull’amalgama del gruppo per poi passare a quello della squadra”.
Anche il patron Gino Giannetti ha una storia da raccontare agli astanti:
“Ricordo benissimo il pomeriggio nel quale Alberico è venuto da me euforico, mi ha guardato negli occhi e mi ha detto – possiamo prendere Fortunato! – Io ho riso pensando a uno scherzo e dopo siamo stati tutti un paio di giorni a cercare di capire, di capacitarci che veramente Scott poteva essere dei nostri. Questa emozione, che non so se ho descritto bene, è quella che abbiamo provato al solo pensiero di associare il nome di Fortunato al nostro roster. Sia la situazione che ha presentato Francesco alla nostra causa che quella dell’attuazione dell’ingaggio, è stata particolare e diversa dalle altre perché un conto è cercare di arrivare a un campione come primo acquisto quando hai a disposizione un certo tipo di ragionamento, ma concludere un roster con la firma di un accordo stagionale con un atleta del calibro di Fortunato per noi ha significato davvero tanto. Puntando su Scott abbiamo voluto premere anche su quello che in questi anni ci è mancato ossia l’esperienza, la tranquillità, quel momento di vita quotidiana o di partita in più”.
Su queste parole è stato molto concorde anche il fratello di Gino, Ivan, il quale ci ha tenuto a sottolineare che
“La cosa che più ci ha piacevolmente stupito e che poi abbiamo apprezzato con moltissimo piacere, è stata la forte dimostrazione di Fortunato di voler venire a Sora. Tutto questo ci fa capire che siamo riusciti a far crescere la nostra società con dei valori che poi evidentemente vengono apprezzati da professionisti e campioni del calibro di Fortunato che scelgono di entrare a far parte della Globo”.
Dopo questi racconti dalla stessa tinta, Francesco Fortunato ha rilasciato la sua prima dichiarazione da sorano rispondendo e motivando quanto detto da chi lo ha preceduto.
“Quello che ho sentito da Alberico e da Gino basta a spiegare per quale motivo ho scelto con tanto entusiasmo Sora. Patriarca è stato sicuramente fautore della mia scelta. Io e Beppe siamo ottimi amici da tantissimi anni, ci conosciamo da quando lui è partito da Sora ed è venuto al ritiro della nazionale pre-juniores. Qualche tempo fa ci siamo detti vinceremo lo scudetto e così è stato, l’abbiamo vinto insieme a Cuneo. Ora Beppe mi ha detto – andiamo a vincere lo scudetto a Sora. Lo scudetto di Sora è la promozione e io ci credo perché la squadra è stata allestita molto bene, è molto equilibrata e le possibilità ci sono tutte. Noi atleti sappiamo come si lavora e soprattutto sappiamo rimboccarci le maniche per affrontare tutto quello che ci aspetta sui campi di serie A2 che non sono mai facili. Di squadre ben attrezzate e che puntano allo stesso nostro obiettivo ce ne sono, per questo non sarà mai semplice ma io sono positivo e ho una gran voglia di cominciare questa nuova avventura”.
La prima e unica volta che Fortunato ha fatto la Serie A2 era il 1996/97 e la Lega di quell’anno non ha neanche le statistiche, abbiamo chiesto a Scott: era un’altra pallavolo?
“Era un’altra pallavolo perché aveva un altro sistema di gioco però per me è stato un anno davvero importante perché ho acquisito coscienza che potevo giocare a pallavolo, ero un giovane vicino a tanti atleti più grandi e più esperti che mi hanno trasmesso moltissimo e mi hanno fatto anche tanto divertire”.
Su questa domanda è intervenuto il Dg Vitullo e ne è nato un piccolo simpatico sketch:
“hai fatto una sola volta l’A2… e come è andata?
Bene, siamo arrivati terzi!
Quest’anno non basta”.
Dopo quindici anni di Serie A1, scendere di categoria è un passo indietro o una nuova sfida che ora hai la maturità giusta per affrontare?
“Non è assolutamente un passo indietro anzi, è una scelta ben precisa presa anche e soprattutto con Patriarca e dettata proprio dalla voglia di provare e di riuscire a vincere una nuova sfida e perché no, aggiungere nella mia bacheca titoli che mancano”.
Quindi avere in squadra un compagno come Patriarca, con il quale hai già condiviso tante stagioni, spogliatoio, trasferte, vittorie e alcune sconfitte, ti da qualche sicurezza in più per affrontare questa tua nuova avventura?
“Beppe (perché al nord lo chiamano con la B e al sud con la P, cit. Patriarca) è una persona eccezionale e se deve dirti una cosa lo fa senza mezze misure. La trasparenza che lo contraddistingue è una delle sue doti migliori e quella che ho più apprezzato in tutti questi anni di bellissima amicizia perché nei momenti di difficoltà mi diceva – Scott non è ora che fai qualcosa? E un carattere come il suo è importante all’interno di una squadra”.
Una curiosità, perché quel nomignolo Scott?
“Nel ’92-93 tra le fila dell’Aquater Brescia c’era un giocatore degli Stati Uniti che si chiamava Scott Fortune e allora per assonanza con il cognome i miei compagni di juniores hanno cominciato a chiamarmi così e poi è rimasto Scott”.