Ci sarebbe un vizio di forma nell’atto con cui fu deliberata, a suo tempo, la stabilizzazione dei 48 Lsu al Comune di Sora e tanto basterebbe a far decadere la loro posizione di dipendenti municipali a tutti gli effetti e a farli ricadere nel precariato. Almeno, è questa la ‘spiegazione’ fornita dal Sindaco Ernesto Tersigni, nel corso della riunione sindacale tenutasi giovedì pomeriggio.
L’incontro si è svolto sulla scorta delle lecite preoccupazioni dei diretti interessati, i quali, da qualche giorno, sono stati costretti alle ‘ferie forzate’. Proprio questo particolare aveva suscitato la giusta apprensione degli ex Lsu e, sul tema, a stretto giro di posta, si erano sollevate domande e sollecitazioni da più parti. I lavoratori si erano insospettiti e avevano iniziato a mobilitarsi in cerca di una qualche forma di tutela.
A quanto sembra, nell’atto che decretò – durante l’Amministrazione Casinelli – il passaggio da Lavoratori Socialmente Utili a stabilizzati a tutti gli effetti, fu commesso un ‘errore’ che adesso costerà caro ai 48. In pratica, si tratterebbe di un riferimento ai fondi europei che inficerebbe la validità dell’assunzione. ‘Errore’ che, invece, non fu commesso in riferimento agli Lsu assunti dalla Provincia di Frosinone nello stesso periodo di quelli sorani, con Tersigni che ricopriva la carica di assessore provinciale ed era consigliere comunale di opposizione.
Nei giorni addietro, il Sindaco, a chi lo sollecitava a fornire risposte e chiarimenti, ha sostenuto che “il problema, vale la pena ricordarlo, è sorto dopo che la Corte dei Conti ha evidenziato e puntato aspramente il dito contro l’illegittimità della procedura di stabilizzazione degli ex lavoratori socialmente utili che moltissimi comuni della Regione hanno adottato a seguito della stipula e secondo i rigidi canoni dettati da un’apposita convenzione regionale. L’adesione a detta convenzione che ha permesso la stabilizzazione a tempo indeterminato di ben 44 unità fu fortemente voluta nel 2010 dal Sindaco Ernesto Tersigni, nella sua veste di assessore provinciale al lavoro, e fu risolutamente favorita e sostenuta in Consiglio anche dagli allora componenti di minoranza Agostino Di Pucchio, Salvatore Meglio e dallo stesso Tersigni i quali garantirono con la loro presenza il quorum necessario all’adozione della deliberazione C.C. n. 44/2010”.
In tale dichiarazione, Tersigni sembra assumersi gran parte dei meriti dell’avvenuta stabilizzazione. Ma allora, a rigor di logica – ci chiediamo – perché dall’Assessorato provinciale al lavoro non giunse alcun rilievo?
Resterebbe da capire, a questo punto, chi e perché ha fatto rilevare, peraltro con un certo ritardo, questo vizio di forma e se esistono margini per sanare la questione.
Da quanto emerso dalla riunione di giovedì, sembrerebbe che non ci siano spiragli per i lavoratori e che la stabilizzazione – evidentemente precaria (e purtroppo si tratta di una contraddizione in termini che i 48 pagheranno sulla propria pelle) – si esaurirà a fine Febbraio. Il Comune non procederebbe neanche al ‘licenziamento’ dei diretti interessati e la situazione si esautorerebbe autonomamente, con i dipendenti che riconfluirebbero così nel bacino degli Lsu.
Di certo, ce n’è abbastanza – crediamo – per alimentare la giurisprudenza del diritto del lavoro. Staremo a vedere se, nei prossimi giorni, succederà qualcosa di nuovo.