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Elezioni: ecco i numeri…sulla ruota di Roma!

3, 4, 10, 17, 24. Sì, suonano bene, ve li potete giocare sulla ruota di Roma questi numeri! Anzi no, visto il periodo natalizio, meglio se a tombola e farete bingo!!!

Lo so che i numeri, in questo frangente, richiamano più quegli incontri fatti tra torroni e panettoni, al tepore delle case e del calore familiare, a giocarsi pochi spicci per accaparrarsi l’ambito ambo piuttosto che l’intera partita in palio. Ma quelli sopra citati, più che numeri sono date: quelle possibili, papabili, paventate, dichiarate (finanche con pronunciamento dei giudici), smentite, fissate, sconvocate, anticipate, posticipate e riconvocate per… andare alle urne!!!

Roba da ridere. Se non ci fosse da piangere.

Da che origina il caos? Nel Lazio, da una Presidente che, per vestire i panni della moralizzatrice, è rimasta lei stessa nuda. Spoglia, cioè, di qualsiasi criterio che richiamasse, lei prima di tutti, al buon senso, all’opportunità collettiva, al rispetto dei cittadini-elettori, all’interesse generale. Principi di forma e, soprattutto, di sostanza, riconducibili al diritto pubblico di universitaria memoria, sottaciuti e calpestati in nome degli – ahimè – molto meno nobili, ma sempre preponderanti, interessi di palazzo, di parte e di partito.

Spadaccina contro tutti – alleati e avversari trattati alla stessa stregua –  al motto di “Vi mando a casa io”, prima si è esibita in un balletto di dimissioni annunciate, minacciate ed infine rassegnate per motivi che solo lei sa, dopo si è lanciata all’ “indovina il numero” (eh no, non è un gioco nuovo!), cioè alla indicazione della data utile per ridare la parola ai cittadini. 10 Marzo? Prima sì – con Lombardia e Molise, accorpate con le politiche –  poi no – per effetto del ricorso del Movimento del cittadino, guidato dal sempre solerte e pronto avvocato Gianluigi Pellegrino. Guerra a colpi di giudici, Tar e Consiglio di Stato, per arrivare alla determinazione del 3 e 4 Febbraio. Così, per qualche giorno, tutti tarati su quella data. Fino a nuovo ricorso, questa volta del Codacons (nel frattempo è maturata la crisi ‘annunciata’ dal Pdl, con Monti che dichiara di lasciare poco prima del tempo stabilito) che invoca la necessità di risparmiare denari, palesandosi, nel Lazio, l’eventualità assurda e inopportuna di andare a votare a distanza di quindi giorni, prima per le regionali, poi per le politiche. Ah, e considerate pure che a Roma, ci sono anche le amministrative! Una bella partita davvero!

Morale della favola, il dato che emerge è che la Regione Lazio un Presidente non ce l’ha più. Ma non perché si è dimessa. Non ce l’ha perché è finita in quel vortice di potere che ha pensato presuntuosamente di guidare (magari scalando qualche posizione) ma che, in concreto, l’ha incastrata. Perché c’è chi ha deciso per lei, senza che lei avesse alcun margine per agire e reagire, all’altezza del ruolo a cui i cittadini l’avevano chiamata e di cui la Polverini presto si è dimenticata.

Le castagne dal fuoco sembra averle tolte per tutti il Ministro Cancellieri che, in serata, ha decretato – di nuovo – l’accorpamento delle regionali con le politiche. Il 24 Febbraio? Sì, no, forse. Diciamo che, al momento,  17 Febbraio è dato per vincente…a meno di nuovi ripensamenti!

E i cittadini? Dai, lo sapete tutti, quelli sono buoni solo al momento del voto! Dopo, non contano più molto. Intanto, chi ci governa dà i numeri!