A fronte degli squilibri che registriamo nell’ambiente e nel clima, si impone una riconsiderazione delle scelte economiche, politiche, di civiltà compiute fin qui. Nuovi comportamenti virtuosi da parte dei singoli e delle comunità umane sono richiesti, or-mai, assieme a un diverso rapporto con la natura, con l’ambiente, con i territori in cui viviamo.
Una transizione sarà possibile, a condizione che si assuma la crisi che stiamo vivendo come punto da cui partire, in cerca del senso nuovo da dare alle cose, perché al vecchio ordine subentri un nuovo ordine nel quale il rapporto con la natura e con l’umano non sia segnato più dalla tracotanza di secoli, che ci ha gettati nella condizione di dubitare del futuro del pianeta, della vita sulla Terra, dei destini della maggioranza dei suoi abitanti: smarrito il senso del limite, si tratta di ritrovare le radici dell’umano, che valga a darci un Oriente verso cui guardare, limitando la distruttività che prevale in ogni campo.