Secondo il terzo “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021”, redatto dal CEN-Circular Economy Network (la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile assieme a un gruppo di aziende e associazioni di impresa) e da Enea, l’Italia si conferma prima in Europa nel campo del riciclo per il terzo anno consecutivo. Sommando i punteggi di ogni settore dell’economia circolare, l’Italia è prima con 79 punti, seguita dalla Francia con 68, dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54.
Cosa in intende però per economia circolare? Si tratta in sostanza di un modello di produzione e consumo che implica la condivisione, il prestito, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e riciclo dei materiali e dei prodotti già esistenti, in modo da estenderne il ciclo di vita, contribuendo di conseguenza a ridurre al minimo la quantità di rifiuti. Quando un prodotto termina la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono reintrodotti, dove possibile, nel ciclo economico, in modo da essere continuamente riutilizzati nel ciclo produttivo, generando nuovo ed ulteriore valore. I principi dell’economia circolare contrastano quindi con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”.
La transizione verso un’economia più circolare può portare numerosi vantaggi, tra cui: la riduzione della pressione sull’ambiente; più sicurezza circa la disponibilità di materie prime; l’aumento della competitività; l’impulso all’innovazione e alla crescita economica, con conseguente aumento del PIL; l’incremento dell’occupazione.
Carla Cristini