In occasione del Santo Natale, il vescovo Gerardo Antonazzo ha voluto, con un video, portare a tutti il suo messaggio augurale di speranza e solidarietà, per richiamare all’essenza del verso senso della Festa che ci apprestiamo a vivere tra pochi giorni.
“Cari amici, la gioia del Natale esalta l’amore con cui Dio fa di tutto per venire incontro ad ogni uomo, sempre” – sottolinea il Vescovo, e citando l’apostolo Paolo prosegue: “Diventando simile agli uomini ha voluto rigenerare la speranza in un nuovo mondo a partire da un nuovo modo di vivere le relazioni umane rendendole più fraterne”. Nel Natale, continua Antonazzo, Dio ritorna a sporcarsi le mani con le nostre miserie: la prima volta si è sporcato le mani per creare l’uomo dal fango, ora si sporca le mani per togliere l’uomo dal fango. Dio insegna a noi come rimboccarsi le maniche per sporcarsi le mani per fare molto di più. Citando il Papa, e don Tonino Bello, sottolinea la necessità di alimentare la speranza. “A me piace pensare il Natale come l’iniziativa con cui Dio propone a noi il suo PNRR, nel quale presenta la transizione più urgente e più necessaria: la transizione dalla disperazione alla speranza” continua il presule, esaltando il senso del Natale come festa della prossimità, della cura, del farsi carico di ogni dolore. Dio nasce non solo per farsi adorare, ma per lasciarsi imitare: se così non fosse si rischia di svuotare Betlemme del suo significato trasformandola in una spelonca di ipocrisia. Solo chi rimane folgorato riparte trasformato. Se non si compiono scelte e gesti concreti di giustizia sociale, di solidarietà fraterna e di cura della povertà, nel mondo continuerà a prevalere la logica dello scarto umano.
Il Vescovo, rivolge il suo ringraziamento ai tanti volontari impegnati nelle associazioni laiche e cattoliche, private e pubbliche, presenti nelle molteplici urgenze ed emergenze del territorio, che con il loro operato dimostrano di essere operatori di speranza. Conclude infine esprimendo “una particolare vicinanza alle famiglie in difficoltà, ai fratelli della casa circondariale di Cassino, ai ricoverati nei presidi ospedalieri di Sora e di Cassino, alle case di cura, agli ammalati accolti negli hospice, agli anziani delle Rsa, ai molti che soffrono per la precarietà del lavoro, in particolare ai dipendenti dello stabilimento Stellantis di Piedimonte e ai dipendenti dell’indotto” e offre a tutti la sua paterna vicinanza.
Alessandro Rea