“L’intervista di Tersigni a Sora 24 mostra un sindaco debole, confuso sul presente e sul futuro, più preoccupato del suo destino politico che dei problemi amministrativi della Città che non sa, non può e forse non vuole risolvere.
Evidentemente, si sente prigioniero del suo ruolo e, lui sì, cerca magari di cogliere l’occasione per sdoganarsi da una maggioranza fragile e tentare una candidatura altrove.
In questo senso, le sue dichiarazioni aprono il campo ad un preoccupante scenario per la nostra Città.
Nel caos dei suoi pensieri, poi, come poteva dimenticarsi di Enzo Di Stefano?
Beh, stavolta sono stato fortunato: il sindaco, che dovrebbe preoccuparsi di Sora, si è addirittura cimentato nell’introspezione psicologica e mi ha definito “narcisista”. La consulenza che mi ha fornito è ovviamente una solida base su cui riflettere, del resto ho sempre voglia di migliorare me stesso!!!
Una volta, Oscar Wilde disse: ‘Nessuno di noi riesce a sopportare che gli altri abbiano gli stessi nostri difetti’.
A mio modesto parere, il mio modo di fare rispecchia solo la voglia di essere utile a Sora in ogni momento e sotto qualsiasi veste; la voglia di portare a conoscenza dei cittadini i tanti concreti risultati che mi sto impegnando a raggiungere da presidente dell’Ater e non solo.
Per questo, non posso che augurare ad Ernesto Tersigni di raggiungere, un giorno, il mio stesso livello di ‘narcisismo’, come lo chiama lui.
Di strada, del resto, ne deve fare ancora molta, visto che sia in amministrazione comunale che in amministrazione provinciale ricordo ben poco di buono per il territorio sorano. È sufficiente, tanto per fare un esempio, andarsi a leggere il Patto provinciale per il rilancio dello sviluppo, al quale l’Ater ha appena aderito, e vedere quanti e quali sono i progetti in cantiere per Sora : nessuno!
Per quanto riguarda la scelta su una mia futura candidatura, non posso che sottolineare l’arroganza con la quale mi si chiede di fare un passo indietro: come sempre, farò le mie riflessioni e trarrò le decisioni opportune soprattutto in base a quello che mi dirà la gente, non certo assecondando poco chiare decisioni a tavolino.
Se Ernesto Tersigni intende attuare un impegno, come lui stesso afferma, ‘di secondo piano’, si accomodi pure: io, fin quando avrò forza, intendo impegnarmi in prima linea per Sora, che decida di candidarmi oppure no, convinto dei miei progetti e della possibilità di realizzarli. Senza nulla togliere alle persone di buona volontà che intendono impegnarsi – l’ingresso di nuove risorse va sempre apprezzato – io sento ancora di poter dare molto a questa gente e, fino a quando mi verrà permesso, non ho intenzione di indietreggiare.
Piuttosto, credo si debba riflettere sulle sconcertanti dichiarazioni del Sindaco in merito al deficit di rappresentanza verso cui Sora sembra avvicinarsi: è gravissimo il fatto che lui lo dia per scontato, nonostante il quadro generale sia ancora incerto e pieno di possibili sviluppi.
Parole che diventano ancora più sbalorditive alla luce dei fatti di un passato molto recente: se si volta indietro, si accorgerà senza dubbio che proprio lui, in occasione di altre consultazioni elettorali, ha voluto sostenere candidati che non conoscevano la nostra realtà e che hanno sempre visto Sora come un semplice serbatoio di voti.
Le stesse persone che Tersigni, oggi, scarica con incredibile facilità andando addirittura a decretare la morte del suo partito: esistono forse degli accordi già presi o delle scialuppe di salvataggio che la gente non conosce? Staremo a vedere, ma è un dato di fatto che lui, oggi, non reputa più utile il suo principale sponsor elettorale, paventando anche un suo possibile ritorno all’Udc (per ora solo ‘possibile’: forse i sondaggi che lo danno al 6% non lo hanno ancora convinto).
Ecco, questa non è la politica alla quale io sento di appartenere.
Sono alla ricerca dei fatti e non degli accordi di palazzo: per questo, dovranno essere solo i cittadini a giudicare il mio operato.
Caro Ernesto, se credi, il passo indietro puoi farlo tu: io sono più giovane di te, e non solo anagraficamente.
Finchè potrò essere utile a Sora, io ci sarò.
E pensare che, prima del tuo passo indietro, stavo addirittura pensando di poter sostenere la tua candidatura alle elezioni regionali, così come accaduto per quelle provinciali!
In questo modo la rappresentatività di Sora sarebbe stata salvaguardata, peccato! ”.