Cap XXIV
Caccia all’onorevole Giulio Andreotti
Iniziai un nuovo rapporto che parlava del progetto rumore e del NSIFAR, allegai la lista degli uomini del capitano Grossi con le foto dei singoli che avevo scattato in giro e chiesi di valutare la richiesta di rapire il generale De Lorenzo per poterlo interrogare e risalire all’intero organismo in combutta. Poi feci anche un altro allegato in cui c’erano descritti tutti i subalterni del comandante Caporale con la relativa richiesta di eliminazione del gruppo con il suo referente. Andava fatta piazza pulita. Ci fu un nuovo incontro con Aprile ma questa volta c’erano anche gli altri vertici della Killer Karman. Si prese in considerazione di mettere finalmente in atto la campagna “primavera di fuoco” di cui si era tanto parlato negli anni… un operazione il cui scopo era eliminare in un solo giorno tutti gli elementi dello stato coinvolti in azioni controproducenti per l’Italia. Mi venne dato l’incarico di scoprire le coordinate del progetto rumore e di segnalare tutti gli elementi perno dell’operazione di cui si sarebbero occupati poi altri agenti per risalire agli elementi inferiori della gerarchia. Inserimmo anche nel programma l’intera struttura dei dirigenti SIM e GLOBE i quali si erano vergognosamente arricchiti sulla pelle di centinaia di lavoratori avvelenati nelle loro strutture industriali, e che il dottor Refice, da loro assassinato per mano degli uomini di Caporale, aveva scoperto durante il suo drammatico studio sul rilascio di una sostanza altamente cancerogena nel materiale polimerico detto cloruro di polivinile, o PVC. Insomma primavera di fuoco avrebbe segnato un’era, fu come decidere di chiamare a rapporto sulla terra per un giorno Azrael l’angelo della morte, giusto e spietato! Fu deciso oltretutto che andava interrogato scrupolosamente anche l’onorevole Giulio Andreotti perché consapevole dell’ubicazione del famoso archivio scomparso che De Lorenzo aveva occultato sotto sua richiesta, dichiarando poi pubblicamente di averlo distrutto. Qui Aprile aggiunse:
– Nei primi anni sessanta Andreotti fu ministro della Difesa quando esplose lo scandalo dei fascicoli SIFAR e del Piano Solo un progetto di golpe neofascista promosso dal generale Giovanni De Lorenzo, e dall’ultimo rapporto del nostro Francesco chissà da chi altri! L’incarico ministeriale rivestito da Andreotti fu onerato da una successiva legge della responsabilità della distruzione dei fascicoli con cui il Sifar aveva schedato importanti politici italiani di cui aveva composto dei ritratti poco favorevoli. Gli si addebita perciò una responsabilità quanto meno oggettiva nel fatto che, come è stato accertato dai nostri agenti, quei fascicoli fossero stati prima fotocopiati e poi passati alla P2 di Licio Gelli che aveva portato quei materiali all’estero a dispetto del fatto che la commissione parlamentare d’inchiesta avesse deciso di far bruciare a Fiumicino nell’inceneritore i fascicoli abusivi. Si è scoperto inoltre che egli è a conoscenza delle coperture istituzionali dell’indagato per la strage di piazza Fontana, Guido Giannettini un agente segreto del SID detto Agente Zeta. Sulla strage anche le Brigate Rosse avevano svolto una loro inchiesta che venne rinvenuta in un loro covo a Robbiano insieme ad altri materiali riguardanti gli avvenimenti politici e terroristici relativi agli anni ‘60 e ‘70 ma che vennero consecutivamente distrutti. Andreotti è stato anche indagato da noi per il coinvolgimento nell’omicidio Pecorelli. Secondo i nostri investigatori Andreotti commissionò l’uccisione del giornalista Mino Pecorelli direttore del giornale Osservatorio Politico . Pecorelli, che aveva già pubblicato notizie ostili ad Andreotti, come quella sul mancato incenerimento dei fascicoli SIFAR sotto la sua gestione alla Difesa, aveva predisposto una campagna di stampa su finanziamenti illegali del partito della Democrazia Cristiana e segreti riguardo al rapimento e l’uccisione dell’ex primo ministro Aldo Moro. In particolare, il giornalista aveva denunciato connessioni politiche dello scandalo petroli con una copertina intitolata “Gli assegni del Presidente” con l’immagine di Andreotti, ma accettò di fermare la pubblicazione del giornale già nella rotativa. In un altro rapporto di un agente Killer Karman esce fuori che in un interrogatorio Gaetano Badalamenti raccontò che “l’omicidio fu commissionato dai cugini Salvo per conto di Giulio Andreotti” il quale avrebbe avuto paura che Pecorelli pubblicasse informazioni che avrebbero potuto distruggere la sua carriera politica. Fu chiara quindi una sua “concreta collaborazione” con esponenti di spicco di Cosa Nostra, con la loggia P2, la Chiesa cattolica e con alcuni individui legati ai più oscuri misteri della storia repubblicana. È stato rilevato inoltre In un diario un appunto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, scriveva che la corrente democristiana siciliana facente capo ad Andreotti sarebbe stata la famiglia politica più inquinata da contaminazioni mafiose. Studieremo subito un piano di sequestro dalla sua abitazione a corso Vittorio Emanuele II, e proprio lì a due passi dal Tevere avremo il nostro appartamento in occasione dell’interrogatorio! Cercheranno ovunque tranne che lì! E ci sarà anche più facile la manovra di sequestro dato che si tratta di soli pochi metri. Per l’interrogatorio vogliamo te Francesco, sarai tu ad operare la mente dell’onorevole, confidiamo nelle tue capacità!-
-Accetto felice di essere così considerato da questa rispettabile commissione e prometto di obbligarmi a dare sempre il massimo fino al raggiungimento degli scopi da cui il nostro credo ci ha ispirati… semper fidelis!-
Ci fu un applauso caloroso, poi si riprese per concludere la riunione. In definitiva il consiglio chiedeva che fossero possibilmente recuperate anche le borse di Aldo Moro sparite il giorno del suo attentato che sicuramente custodivano importanti incartamenti. A fine riunione venni premiato a membro del consiglio esecutivo e primo agente speciale sul campo. Venni definito come esempio e solida colonna portante del K.K., io accettai con onore e riconoscenza ma colsi la palla al balzo per presentare il mio ritiro al compimento di primavera di fuoco. L’idea non fu presa molto bene. Il ritiro totale era da escludere. Avrei potuto però ricoprire posizioni più tranquille e fuori dall’azione, così mi proposi come addestratore speciale a Menton. Questa soluzione fu invece presa in considerazione, avrei messo comunque le mie conoscenze al servizio dell’organizzazione pur restandone relativamente fuori.
Dopo una settimana trovai nella buca delle lettere del mio appartamento segreto in Piazza Santa Croce l’odine di eseguire il prelevamento di Giulio Andreotti. Nella busta c’era un protocollo che descriveva minuziosamente le fasi del movimento con il relativo personale da utilizzare nel contatto. Feci tutte le mie mosse per riunire la squadra ed organizzare il colpo per il giorno prestabilito. Il piano consisteva nel sostituire l’autista e la scorta che accompagnavano abitualmente l’onorevole. Vennero abilmente rimpiazzati da agenti che, grazie alla sofisticata ricerca nei nostri laboratori, erano in grado di mutare il loro aspetto con delle maschere che replicavano il tessuto cutaneo assomigliando sorprendentemente ai rimpiazzi in questione. In più fu pianificata una finta azione terroristica ai danni dell’onorevole per creare la situazione ideale di uno spostamento di locazione repentino temporaneamente insospettabile agli occhi del nostro uomo. Il tutto si svolse nel giro di pochi minuti presso l’abitazione di Andreotti. Tutti erano pronti ed ai loro posti. Una figura si avvicinava in modo sospetta mentre il soggetto si accingeva ad avvicinarsi all’auto di scorta… in un istante gli attori entrarono nel vivo della loro parte, il presunto attentatore tirò fuori una rivoltella, la puntò, mentre si avvicinava, urlò a squarciagola:
-morte allo stato!-
Quello era il segnale. Ci fu qualche sparo, e l’attentatore fu atterrato, l’onorevole venne sbattuto sul sedile di dietro dell’auto che partì a gran velocità. Gli altri salirono subito su un finto taxi che li aspettava a motore acceso, e si dileguarono.
-stia giù onorevole, quel maledetto bastardo di un terrorista voleva eliminarla ma ha trovato pane per i suoi denti, ora non si preoccupi abbiamo la situazione sotto controllo!-
-sotto controllo un corno!-
Esclamò
-mi avete fatto uscire allo scoperto senza guardare la strada, a fine vicenda sarete tutti licenziati in tronco!-
-ci scusi onorevole, abbiamo fatto del nostro meglio… ora siamo noi in ballo e dobbiamo attenerci alla procedura di emergenza…-
-di che diamine state parlando… portatemi subito al sicuro e avvertite le autorità idioti!-
-per queste situazioni c’è una procedura standard che non possiamo assolutamente evitare onorevole. La condurremo in una casa sicura ed attenderemo le squadre speciali che abbiamo già contattato tramite questo telecomando a distanza di cui ci ha dotati l’esercito-
-va bene ma facciamo presto per l’amor di Dio!-
La trappola era scattata. Portammo Andreotti nell’appartamento dopo aver cambiato auto ed alcuni abiti per anonimizzarci tra la gente. Funzionò tutto perfettamente come il meccanismo di un orologio svizzero. Improvvisamente lo ammanettammo per crearli un po’ di tensione, gli chiudemmo la bocca con del nastro e tolti gli occhiali gli infilammo un cappuccio. Lo lasciammo tra i suoi dubbi per un oretta per aumentare ulteriormente lo stato di tensione in lui. Cominciò così l’interrogatorio:
-lei è stato giudicato colpevole di crimini contro gli uomini e contro l’Italia… al termine di questo interrogatorio sarà giustiziato a meno che lei dimostri collaborazione ed uno spirito di pentimento assoluto. Non si perda in domande perché inutili e non speri di ricavare informazioni alcune su di noi… l’unica cosa che le è concesso sapere è che è caduto nelle mani della Killer Karman e non si sprechi a dire che non ci conosce… nessuno sa della nostra esistenza!-
-vi siete infilati in una brutta situazione ve lo posso garantire… questa imprudente azione avrà certo delle ripercussioni, e voi chiunque siate non ve la caverete molto facilmente… oh si avete toccato le persone sbagliate…-
-chiusi la bocca dell’onorevole con una scossa elettrica non indifferente generata da un congegno portatile di nostra fabbricazione, poi iniziai subito per dimostrare che le sue intimidazioni non ci toccavano nemmeno lontanamente
-Cominciamo… nel suo rapporto speciale con il Vaticano ha fatto più gli interessi della Chiesa che dell’Italia vero?-
-Glielo garantisco, il Vaticano non ha bisogno di aiuti, né del mio né di altri. Certo, la Santa sede è a Roma e chi si occupa di politica estera ne deve tenere conto. Semmai sono loro ad aver aiutato noi.-
-dove sono i documenti del SIFAR che voleva farci credere siano stati distrutti? Sappiamo che solo lei sa dove vennero nascoste le copie portate all’estero-
-Queste sono leggende assolute. Se vuole consultare il mio archivio, glielo faccio vedere. È a sua disposizione, veramente. Certo, quando uno è stato ministro della difesa conosce molta gente. E io conosco molta gente: non v’è dubbio. Ma non ho mai ritenuto che il potere consistesse nel farsi i fascicoli per ricattare. Non ho cifrari segreti. Ho solo un diario che scrivo ogni sera che Dio manda in terra: mai meno di una cartellina. Se per caso una sera ho mal di testa e non scrivo, il giorno dopo riempio subito il vuoto. Così, se devo fare un articolo su qualcosa che accadde venti anni fa, consulto il mio diario e trovo cose che non troverei certo sui giornali. Certo, lo tengo in modo tale che nessuno può capirlo all’infuori di me e son cose che tengo solo per me. Quello nessuno deve leggerlo all’infuori di me. È proprio segreto, e spero che i miei figli lo brucino il giorno in cui morrò. Ma i miei fascicoli, creda, consistono solo in ritagli di giornale. Se vuole consultarne uno glielo do. Avanti, dica un nome. Lo dica.-
-non faccia il pagliaccio con noi! Oggi la posta in gioco è la sua vita! Mi dica dov’è il suo diario segreto e qual è la chiave di decriptazione o passeremo subito ad una serie di torture che solo la morte potrà alleviarne le sofferenze! Avanti parli!-
Gli sfilai il cappuccio con un gesto violento che lo scapiglio totalmente. Lui con assoluta compostezza chiese gentilmente di essere slegato
-potreste anche liberarmi le mani, è evidente che non sono affatto una minaccia per lei-
-se lo può scordare, da noi non avrà nulla in cambio di nulla-
sulle domande rispose
– mio caro se potessi parlare io si dovrebbe riscrivere la storia d’Italia, e poi le vostre minacce di tortura non mi fanno alcuna paura… ormai sono un uomo già morto, sarò ucciso comunque se mai la mia faccia rivedrà la luce del sole! Ora ridatemi i miei occhiali per cortesia… mi sta già arrivando un forte mal di testa…-
-vogliamo il suo diario, questa è l’ultima volta che le rifaccio una domanda senza che vi siano ripercussioni violente ha capito?-
-mi dispiace deluderla, ma non ho assolutamente nulla da aggiungere in qualsiasi altro caso…-
prese lentamente gli occhiali che il mio assistente gli porse, ma non feci nemmeno in tempo ad avvicinarmi per intervenire che, tirata fuori una lente dalla montatura l’onorevole si tagliò la gola.
-sei un imbecille! Hai provocato un disastro irreparabile! La prima regola di un interrogatorio è non fornire mai oggetti di nessun genere all’indiziato! Siamo nei guai… metti l’onorevole nella vasca da bagno e metti tutti gli asciugamani che trovi sulla pozza di sangue al centro della stanza… io vado a chiamare una squadra di cancellazione… ti voglio in macchina tra otto minuti chiaro? Otto! Dobbiamo andare subito da Aprile a fare rapporto… e vedi di non uscire in strada sporco di sangue… Cristo!-
Non avevo neanche cominciato, stavo solo scaldandomi per creare l’atmosfera giusta… alla fine avrebbe sicuramente parlato… solo un uomo addestrato a resistere al dolore fisico avrebbe potuto tenermi testa per un po’, ma poi tutti crollano! La situazione era difficile e irrecuperabile. La migliore occasione della nostra vita era sfumata per colpa di un inetto… sono certo che Aprile mi chiederà di eliminarlo! Viaggiammo velocemente e senza sosta per fare rapporto sull’accaduto, intanto intorno a noi vedevamo pattuglie di polizia e carabinieri andare avanti e indietro a sirene spiegate… di certo avevano blindato Roma con centinaia di posti di blocco, così decisi che dovevamo nasconderci e aspettare l’indomani sperando in una situazione meno pericolosa. Dal porta bagagli prelevai una valigia con degli abiti in più di cambio per l’operazione, abbandonammo il veicolo in via delle botteghe oscure vicino i fori imperiali a cui demmo fuoco usando il vecchio trucco dell’accendino zippo famoso per la sua praticità e per il fatto che produce sempre la fiamma anche quando tira vento. Questa tecnica si basa sul lasciare l’accendino ben carico ed in funzione sotto la ruota posteriore posizionata dal lato del serbatoio della vettura. Hai tutto il tempo per allontanarti con calma mentre la gomma prende fuoco e dirige tutta la fiamma sul serbatoio ormai incandescente, e… il gioco è presto fatto! Ci rifugiammo in un hotel a piazza Venezia, la vista dalla stanza dava proprio sulla monumentale effigie del milite ignoto di cui chiunque si chiedeva passando quale corpo racchiudeva così maestosamente. Notai una certa vena di nervosismo nel mio compagno, così senza farmi vedere, chiusi a chiave la porta della stanza prima di andare in bagno a fare una doccia portando con me la pistola.
-forza fatti la doccia anche tu qui siamo al sicuro fino a domani, dobbiamo ripulirci cambiarci e riposare un po’-
Dovetti ripetermi perché il ragazzo era assorto in altri pensieri, sicuramente si figurava cosa gli aspettava per il suo grave errore, perciò lo tenni d’occhio cercando di rimanere sveglio e vigile. Pensai addirittura di dargli una pillola di X2 per tenerlo a bada e forse è quello che avrei fatto se non fosse stato per quel suo colpo di testa improvviso dettato dal panico che piano a piano cominciava ad impadronirsi di lui. Quando uscì dal bagno aveva ancora indosso i vestiti di prima. Avevo sentito l’acqua scorrere e pensavo che si stesse lavando, invece il ragazzo era stato tutto il tempo li, seduto sul bordo della vasca a rimuginare… me lo trovai in piedi con una mini-Beretta 418 calibro 6,35 puntata in faccia.
-dove hai preso quella pistola?-
Dissi, e mi voltai lentamente per vedere che la sua Smith e Wesson era sul letto come avevo notato prima…
-pensavi che ero in idiota? Anche se non è un arma molto potente questa pistola così piccola può risolvere molte grane! Non ce l’ho con te mi dispiace, anzi ti stimo molto come agente, ma sono certo che una volta arrivati a destinazione Aprile mi farà togliere di mezzo, quindi non mi resta altra scelta che fuggire!-
-fuggire? Sei pazzo pivellino? Hai capito o no chi sono i killer Karman? Neanche se arrivassi in capo al mondo riuscirai a farla franca ti troveranno ovunque ti nasconda! Dovresti sapere queste cose! Che pensi di fare? Mi ammazzi e scappi? Perchè dovrai eliminarmi se speri che ti lasci andare così! Uuuuuh che gran piano! Dovevi farlo tu il capo che ne pensi pivellino?-
Dovevo guadagnare tempo ma allo stesso cercare di destabilizzarlo, fare in modo di innervosirlo e creare una serie di dubbi e squarci nel suo piano così al momento giusto potevo farlo fuori prima che lui decida lui di farmi chiudere il becco per sempre!
-stai zitto mi confondi le idee! Adesso farai quello che “io” ti dico! Sfilati la fondina dal petto senza toccare la pistola e rimanendo con le gambe sul letto! Adesso posala a terra molto lentamente…-
Mentre il ragazzo seguiva concentrato la mia mano destra posare la fondina con la pistola a terra, con la mano sinistra sfilai il coltello a scatto dalla tasca che aprii coprendo il rumore con un energico colpo di tosse e poi lo nascosi tra la coscia ed il letto.
-ecco stai calmo vedi? Sto posando la pistola a terra… adesso te la avvicino con un calcio così starai più tranquillo ok?-
-si ma non fare il furbo, muoviti lentamente-
Ora non mi restava altro che attirare la sua attenzione conquistando la sua fiducia per poter così scagliare la lama.
-senti ho un’idea! Non c’è bisogno che mi uccida… voglio proporti una soluzione che ci farà uscire con tranquillità da questa situazione-
-di che diamine stai parlando? Non mi fido di te! Appena ti volterò le spalle mi eliminerai senza pietà lo so!-
-senti, cerca di stare calmo e ascolta uno che di esperienza ne ha da vendere! Se mi uccidi aggraverai di molto la tua posizione, mentre così puoi tirartene ancora fuori! Hai mai sentito parlare dell’X2?-
-Si come no! abbiamo fatto un corso di aggiornamento proprio la scorsa settimana su i nuovi prodotti in dotazione ai killer. Che cosa ha mai partorito la tua mente? Sembra che hai un buon piano. Dai parla!-
Esclamò l’uomo fradicio di sudore, con la camicia bagnata e la fronte grondante. La tensione lo stava consumando
-come saprai perfettamente l’X2 azzera la memoria per un raggio di dodici ore circa prima dell’ingerimento causando un immediata perdita dei sensi. Io ho con me tre pillole nella giacca lì sulla sedia, se tu me ne dessi una potresti andartene entro due minuti in tutta calma!-
-è una buona idea… ma per quanto riguarda Aprile? Come farei con lui?-
-è semplice. Tu mi scriverai un rapporto in cui riporterai la vicenda di oggi, poi che ho ingerito l’X2 insieme a te così io potrò riferire ad Aprile convinto che sia la verità, e cioè che io ti ho azzerato la memoria per risparmiarti e non ci sarà più bisogno di eliminarti perché avrai rimosso la faccenda!-
-sembra un ottimo piano sai? Non lo so… sei sicuro che possa funzionare? non dovrò più fuggire e potrò ancora far parte dell’organizzazione? Chi mi dice poi che posso fidarmi di te e di Aprile?-
-non credo tu abbia altre alternative… comunque avrai sempre una chance, e poi se vorrai potrai comunque darti alla macchia se credi che possa funzionare, ma così non avrai me sulla coscienza e soprattutto non fuggirai da traditore… per sicurezza ho pensato anche di firmare il foglio così al mio risveglio non avrò dubbi, ora prendi le pillole nella giacca sulla sedia non c’è tempo da perdere e portati anche la mia pistola così ti sentirai più sicuro… dai sbrigati-
Dopo essere rimasto congelato e incapace di ragionare lucidamente, prese a muoversi lentamente tenendo sempre l’arma puntata su di me. Raccolse la mia fondina da terra e che issò sulla spalla, poi fu la volta del suo revolver che fissò nella sua cintura sul davanti dei pantaloni.
Il novellino ci era caduto con tutte e due le scarpe, si diresse verso la sedia alle sue spalle su cui era poggiata la giacca. Non appena girò la testa per vedere dove frugare sfilai il pugnale che con rapidità gli piantai nella tempia. Finì a terra senza vita come un abito quando lo si lascia cadere, ed io colmo di tensione feci lo stesso sul mio letto. Al mattino il corpo era ancora lì, in quella orribile posizione. Per me uccidere era ordinario ma di certo posso asserire che non era un gesto che mi lasciava completamente indifferente. Di rado ma mi capitava ogni tanto di rivedere nei miei sogni le facce delle mie vittime. Erano lì davanti a me che mi fissavano in silenzio e io straziato da quella atmosfera cercavo di ucciderli ancora ma loro non cadevano mai, erano sempre li che mi guardavano, ora con un’aria di compassione, e sembrava che gli facessi quasi pena. Ripresi le mie armi e lasciai l’hotel di fretta lasciando detto di non disturbare il mio amico che riposava. Fui costretto a chiamare di nuovo una squadra di cancellazione per pulire quel casino, comperai il giornale e mi diressi a termini per prendere un treno diretto a Milano. In prima pagina spiccava l’articolo sulla scomparsa di Andreotti, in alto sovrastava il titolo:
“Caccia all’onorevole Giulio Andreotti”
Il giornalista sorano Gino Dell’Unto riportava le testimonianze dell’azione svoltasi sotto casa dell’onorevole a Roma:
“un sequestro ben organizzato e realizzato in una manciata di secondi, i passanti sconvolti dai colpi esplosi raccontano confusamente della vicenda che avvolge nel mistero la scomparsa dell’onorevole…”
Si parlava anche del ritrovamento dei corpi degli agenti addetti alla scorta che erano stati magistralmente sostituiti dal corpo d’assalto. Infine il giornalista ipotizzò che la firma di tale azzardo apparteneva alle Brigate Rosse che egli definì:
“Le BR ovvero le Bestie Rognose colpiscono ancora cominciando a collezionare una serie di efferati delitti a partire da quello di Aldo Moro…”
Prima di salire sul treno feci un colpo di telefono ad Aprile per informarlo che lo stavo raggiungendo per delucidarlo sulla catastrofica catena di eventi che avevano portato l’operazione al disastro più completo. La situazione stava precipitando.