Cap XXIII
L’X2
Ripresi il mio ciclo di sorveglianza sul capitano Grossi che aveva organizzato a sua volta una serie di cinque incontri nei pressi di una vecchia struttura industriale abbandonata nella periferia di Bologna. I loschi figuri che lo circondavano erano esperti dinamitardi provenienti dalla Russia, a missione compiuta si sarebbero dileguati senza lasciare traccia. Stavano ordendo un sabotaggio di una linea ferroviaria, e data la consistenza degli ordigni che avevano in progetto di utilizzare avrebbero fatto un massacro. Piazzai una trasmittente sotto un tavolaccio dove usavano riunirsi per registrare altro materiale su cui lavorare. Dopo un’oretta di appostamento si videro i figuri riunirsi alla luce di una lampada da campeggio. Sul volto del capitano si notava una quasi impercettibile sensazione di paura che le silhouette dei dinamitardi russi infondevano, erano personaggi dall’aspetto inquietante. Il loro capo, Anatolyi, era piuttosto basso di statura ma in quanto a ferocia doveva essere il più dotato visto il rispetto portato dai suoi compagni minori. Aveva un tatuaggio vistoso che gli sbucava dal colletto della camicia fino a ricoprirgli il collo, capelli lunghi e scuri tenuti indietro da una quantità spropositata di gelatina. Il suo sguardo era agghiacciante e spesso si esprimeva per lui dato che non parlava mai se non per dire cose strettamente necessarie, soprattutto non conosceva una parola di italiano, erano i suoi scagnozzi a tradurre avvicinandosi all’orecchio come se stessero bisbigliandogli un segreto che nessun altro dei presenti doveva udire. Avanzava lentamente al centro della cerchia di uomini che avanzavano compatti leggermente illuminati dalla fioca luce della lampada al centro del tavolaccio fissando il capitano Grossi evidentemente teso ma composto. Gli si piazzò davanti immobile e in silenzio in attesa che il capitano riferisse le sue disposizioni che arrivarono solo dopo un attento scambio di sguardi del tipo che si vedono nei duelli western che solo la celluloide sa regalare…
-Il giorno stabilito nel progetto G.T. è il ventidue luglio. Voglio che tutti siano cauti e precisi nell’azione, non sono ammessi errori ne ritardi sulla tabella di marcia. Seguirete alla lettera le disposizioni che abbiamo discusso in questi giorni ed eviterete ogni tipo di contatto con me, quindi se avete altre domande o perplessità da condividere, come si usa dire parlate ora o tacete per sempre!-
Le parole arrivarono all’orecchio di Anatolyi per bocca del suo braccio destro, ascoltò senza ne voltarsi ne distogliere lo sguardo gelido, con un cenno di capo lento e accondiscendente restituì vita all’incontro. Il capitano mise sul tavolaccio una valigetta di metallo che aprì ed era piena di denaro, poi tirò fuori un cartoncino che esibì ai mercenari.
-Questo è l’obiettivo, memorizzatelo e bruciatelo all’istante questo nome non deve uscire da qui!-
Arrivata l’informazione in lingua Anatolyi schioccò le dita ed uno dei suoi uomini si avvicinò, prese il cartoncino e tirato fuori il suo accendino a forma di proiettile diede alle fiamme il piccolo documento lasciandolo cadere a terra.
-Bene da questo momento taglio i contatti, perciò come in accordo questo è l’importo pattuito per il lavoro. Inutile aggiungere che non si ammettono errori… In bocca al lupo!-
Il gruppo si disperse ed io scesi dal mio nascondiglio per recuperare il microfono e le ceneri del messaggio nella speranza di poter carpire il segreto del progetto G.T.. Sapevo che c’era un modo per farlo perché ne lessi in un racconto storico da poco uscito in Italia, Assassinio sull’Orient Express, in cui l’ispettore Hercule Poirot si trovò a fare una manovra del genere. Mi rivolsi per sicurezza ad un chimico sempre sotto indicazione della Killer Karman, che era in grado sul serio di visualizzare l’iscrizione sul cartoncino che avevo riposto accuratamente in un astuccio. Lo depose su una retina metallica e dopo averlo cosparso con una soluzione gli diede fuoco. A quel punto vennero fuori per un istante i caratteri che il capitano aveva mostrato ai suoi uomini, così il chimico che si era già premunito di una polaroid scattò un’istantanea. Agitò la carta impressionabile che gradualmente fece comparire l’immagine:
<<Direttissimo Palermo-Torino detto “Treno del Sole”. Colpire a poche centinaia di metri dalla stazione di Gioia Tauro in Calabria.>>
G.T. ovvero Gioia Tauro… Il dado era tratto. Ultimai il mio rapporto sulla vicenda emersa che consegnai personalmente ad Aprile in un incontro da lui voluto in una casa sicura a Gubbio.
-ha tutta l’aria di essere manovra da strage di stato… hai fatto un ottimo lavoro, ora possiamo prevenire l’azione ma dovrai scoprire chi c’è dietro questa faccenda, chi muove i fili! Passerò l’ordine ad un altro agente che si occuperà di formare una squadra pronta ad intervenire contro i dinamitardi russi. Inchioderemo noi Anatolyi con i suoi uomini, ma nel vero senso della parola te lo assicuro! Sarà facile agire avendo in possesso le foto segnaletiche che mi hai procurato. Tu invece avrai il compito di interrogare il capitano Grossi che rimetterai subito dopo in circolazione. Ci penserà il nemico a fare il lavoro sporco! Lo elimineranno pensando si sia fatto fregare dai russi fuggiti con il bottino…-
-sei sicuro che sia una buona idea? Grossi potrebbe informare i suoi superiori del nostro coinvolgimento prima di essere giustiziato!-
-per questo abbiamo appena ultimato la soluzione ai nostri problemi grazie al contributo dei nostri scienziati nel campo farmacologico. Si tratta di una pillola insapore e inodore che si scioglie istantaneamente a contatto con un liquido. La sostanza agisce sull’emisfero che gestisce i ricordi e rimuove tutte le informazioni acquisite nell’arco delle dodici ore precedenti lasciando il soggetto privo di conoscenza immediatamente dopo l’assunzione.-
-posso fidarmi della sua efficacia?-
-sapevo che me lo avresti chiesto, perciò ti risponderò con una domanda, ricordi niente da quando salisti in macchina dopo la tua evasione sino al tuo risveglio in casa di Axelle?-
-ricordo solo l’aggiornamento sulla destinazione poi… mi avete drogato?-
-non scaldarti, non ci sono effetti collaterali con l’X2, i ragazzi dovevano nasconderti in una bara per farti passare il confine… eh si, è così che sei stato trasportato… un buon piano non trovi? Sei stato imbarcato su una nave e traghettato a Menton, ma questa volta non è stato Caronte a farti fare la traversata… ha ha ha ha ha… che spasso se solo vedessi che espressione hai sul volto… ha ha ha ha…-
-Anche se la cosa non mi va giù devo ammettere che siete stati creativi ma non tiratemi più un gioco simile o mi arrabbierò sul serio! Dico davvero non ridere! Ora se non ti dispiace torno a Firenze, sono stanco e ho bisogno di riposare-
-aspetta mago…-
-mago?-
-ah si, tutti i novizi ti chiamano il mago dopo la grande fuga… tieni prendi questa scatoletta, contiene cinque pillole di X2, te le ho portate io così non dovrai sbatterti per trovarle e… ancora una cosa… ti manda a salutare Axelle-
-Axelle?-
-si, ci siamo sentiti per telefono ieri e mi ha pregato di farti sapere che sta bene e che ti pensa… ah una raccomandazione, non chiamarla mai è troppo rischioso, scrivile in codice, suo fratello le decripterà le lettere… li ho già informati-
-beh… grazie ma ora devo levare le tende caro mio. Ti terrò informato sugli sviluppi-
-grazie a te-
Ci stringemmo la mano con solida partecipazione per poi dividerci ognuno per la sua strada.
In treno rivissi tutti gli attimi più belli con Axelle. Anche delle semplici passeggiate mi facevano stare bene, le colazioni, le uscite in barca, le corse sulla spiaggia… rivedevo continuamente quel suo sorriso che aveva saputo catturare i miei pensieri. Avrei fatto qualsiasi cosa per lei e pensai che ero stato uno stupido a non dichiararmi prima. Avremmo potuto godere più intensamente del tempo che avevo a disposizione… magari avrei potuto lasciare da subito l’organizzazione… ho potuto solamente prometterle che sarei tornato a lavoro compiuto… le parlai come avessi dovuto fare qualcosa di semplice evitando di sottolineare il fatto che probabilmente qualcosa potrebbe non andare nel giusto verso… essere ricatturato o ucciso in azione… le si spezzerebbe il cuore, ed anche il mio… dovevo tornare da lei!
Erano un paio di giorni che pioveva, l’atmosfera mi era favorevole per confondermi e piantonare il capitano. Il ritmo di vita del soggetto era tornato naturale, così scelsi il momento adatto per rapirlo e portarlo in uno dei miei appartamenti. Il momento giusto per agire era di sera così avrei avuto tutta la notte per lavorarmelo indisturbato. Mi appostai nella sua macchina sotto casa nascosto tra i sedili di dietro. Entrare mi fu semplice. C’era un vecchio trucchetto per far scattare la sicura della macchina che consisteva nel posizionare una pallina da tennis sulla serratura con un foro della sezione di una sigaretta, e dare un colpetto energico sulla sfera. L’aria compressa sprigionata dal foro avrebbe fatto scattare il meccanismo della sicura sulla portiera. Quando il capitano salì in macchina per andare a fare il suo solito acquisto serale di tabacco balzai fuori puntandogli il coltello alla gola.
-metti in moto e dirigiti verso ponte vecchio senza fare domande, avremo tempo per parlare-
Lo feci parcheggiare all’indirizzo stabilito, tirai fuori la pistola col silenziatore che gli feci vedere bene per fargli capire che non scherzavo dicendogli che a una sola mossa falsa lo avrei sforacchiato all’istante. Arrivati nell’appartamento lo feci spogliare nudo, tanto per fare scena. Lo ammanettai mani e piedi dentro la vasca da bagno, poi gli misi un cappuccio, gli puntai sul viso il manubrio dell’impianto e feci uscire l’acqua dirigendo il getto sul viso. È un tipo di tortura sperimentato dall’esercito, si ha la stessa sensazione che si prova in un annegamento. Ripetei l’operazione più volte fino a sfinire il soggetto. Gli tolsi il sudario.
-Allora te lo domanderò una volta sola, poi ricomincerò con il trattamento per passare gradualmente ad una serie di torture sempre più medievali! Quindi vedi di risparmiarti le sofferenze perché nessuno ha mai resistito ai miei interrogatori! Sappi anche non perderò più di una notte con te perché ho da lavorarmi anche quel bontempone del comandante Caporale quindi o parli subito o dopo una serie interminabile di torture e di dolore puro sarò costretto ad ammazzarti come un cane!-
Feci subito pressione al massimo, avevo solo una notte per torchiarlo e dovevo essere più rapido possibile. Bluffai sulla cattura di Caporale per fargli capire che o avesse parlato lui o l’avrebbe fatto qualcun altro ed il suo sacrificio nel caso avesse deciso di resistere sarebbe stato vano.
-Ha condotto tutte le operazioni in Italia del progetto “rumore”… Caporale… quindi lui ha qualunque cosa! nomi, date, siti fantasma, chi ha collaborato all’estero con noi, tutto…-
Gli diedi un rovescio a mano aperta e gli chiesi del progetto G.T. e dell’assassinio dei sette ufficiali nella cascina per ordine di Caporale, rimase sorpreso e si chiese dentro di se come facevo a sapere di tutte quelle informazioni segrete, al che sul volto gli si dipinse una vera espressione di terrore.
-chi diamine sei? Per chi lavori tu? CIA? KGB? Brigate Rosse? Insomma dimmi chi sei!-
Cominciava a capire che il gioco era diventato più grande di lui, e che ormai era un uomo morto.
-come mai non hai menzionato i servizi segreti Italiani?-
-la risposta la sai se sei a conoscenza anche del piano G.T.! non fare la parte con me e piuttosto dimmi chi sei!-
-sono Francesco De Biase agente della Killer Karman, una potente organizzazione segreta Italiana, non sono tenuto a darti altre informazioni di alcun genere per ragioni di sicurezza… noi non siamo così stupidi come voi…-
-De Biase? Sei l’evaso ricercato! Quindi sei stato tu a rubare i fascicoli dall’ufficio del comandante! Ora si spiegano molte cose… è andato su tutte le furie quando sei scomparso ed ha seriamente sospettato di te per quel furto ma non ne ha mai avuto le prove… di conseguenza sei stato tu a trafugare la prestigiosa bottiglia di Whisky Bowmore! Quello è stato un’ulteriore duro colpo da incassare per lui. Fuga inspiegabile, documenti e liquore… lo hai messo all’angolo facendogli fare una pessima figura con tutti…-
Gli diedi un malrovescio per non farlo perdere in chiacchiere e tornare al dunque.
-il piano G.T. è stato sventato, Anatolyi è morto… voglio sapere chi c’è dietro Caporale!-
-Anatolyi? Ma chi diavolo siete? Come fate a sapere? –
Ancora un colpo ma diretto alla bocca dello stomaco, non troppo forte, ma abbastanza da lasciarlo qualche secondo senza fiato.
-non lo so aspetta… so solamente che gli ordini arrivano direttamente dal Generale De Lorenzo che conduce segretamente il reparto NSIFAR, ovvero NUOVO SIFAR, ma da chi prende ordini non mi è concesso saperlo…-
-cos’è il progetto rumore?-
Il capitano ormai preso dal panico e sempre più sorpreso dalle informazioni in cui ero entrato in possesso cominciò a lasciarsi andare
-si tratta di un nuovo piano credo il cui scopo sia un colpo di stato… è stato progettato ai tempi del piano solo che servì per valutare i margini di errore per un’azione vera e propria!-
-perché Caporale ha sterminato quegli ufficiali nella casa di campagna?-
-semplice, il NSIFAR andava ripulito, quelli erano diventati troppo avidi e quindi inaffidabili. Per una cospicua ricompensa sarebbero stati in grado di far saltare l’intera operazione vendendosi al miglior offerente e forse era quello che avevano già in animo di fare.. chi lo sa… comunque erano persone nocive alla struttura e andavano eliminate prima o poi… semplici pedine sacrificabili –
-perché hai ingaggiato dei dinamitardi russi per il piano G.T.?-
-sarebbero stati eliminati anche loro dopo l’azione, perciò non volevo sprecare i miei uomini la cui fiducia era indiscutibile e preziosa, e poi mi sarei anche sentito di più al sicuro una volta fatto il balzo…-
-Voglio i nomi di tutti i tuoi uomini e vedi di non tralasciare nessuno o le tue figlie moriranno, ma molto lentamente mentre la loro madre si godrà lo spettacolo prima di essere stuprata e uccisa!-
Qualche parola forte non guastava. Il capitano non sapeva che non avremmo mai commesso brutalità simili… perciò spinsi il più possibile per chiudere l’interrogatorio, tanto il tizio non sapeva niente apparte qualche cosetta utile. Compilata la lista lo feci rivestire e gli offrii un bicchiere di whisky ed una sigaretta prima di giustiziarlo. Naturalmente nel bicchiere avevo sciolto l’X2, ma per sicurezza ne avevo utilizzate due di quelle pillole… quando perse i sensi lo innaffiai per bene con il liquore così avrebbe avuto l’impressione al suo risveglio di essersi fortemente ubriacato così da non farsi troppe domande dato che non ricordava nulla. Misi il capitano in una grossa borsa e lo portai in macchina, raggiunsi casa sua, lo misi nella sua vettura al posto di guida, radio accesa, una sigaretta spenta in bocca e una bottiglia di bourbon vuota sul sedile di fianco. Volli assicurarmi di persona dell’effetto, rimasi quindi a guardare le fasi di risveglio del capitano che a quanto pare aveva abboccato come un pesce. Aveva l’aria stralunata e confusa, gli passai accanto, e mi fermai addirittura per chiedergli del fuoco. Niente non ebbe nessuna reazione nel vedermi.