Cap XXII
IL PIANO G.T.
Raggiunsi l’Italia confondendomi tra alcuni turisti di ritorno su un pullman per Firenze dato che la mia nuova identità indicava che ero un cittadino Fiorentino. Durante tutto il tragitto non pensai che a lei. Una volta arrivato mi diressi subito all’abitazione assegnatomi a San Lorenzo, sapendo però che in caso di emergenza avevo altri due appartamenti per nascondermi, uno nei pressi di ponte vecchio e l’altro in piazza Santa Croce. Sembrava che tutto fosse regolare. Nessuno mi seguiva o si era accorto di me. Durante la notte ripassai mentalmente i fascicoli e buttai giù una lista di nomi con il codice di Cesare, gente che avrei dovuto seguire o interrogare, partendo proprio dalla lista del fascicolo di Caporale dove c’erano i nomi dei suoi subalterni del ex SIFAR. Presi delle precauzioni per evitare una possibile imboscata nel mio appartamento ogni volta che rientravo dalle ronde. Quando uscivo posizionavo un pezzettino di carta a cinque centimetri da terra sulla battuta della porta che, una volta chiusa si sarebbe incastrato finchè qualcuno non l’avesse logicamente aperta. Se rientrando il fogliettino non era al suo posto, beh… qualcuno mi aspettava all’interno pronto per assassinarmi. A volte incollavo con della saliva un capello tra le due estremità per sostituire il cartoncino. Se al ritorno il capello era spezzato o scollato da uno dei due lati… qualcuno era penetrato in casa e forse mi aspettava. Non potevo prendere subito di petto quelle persone dovevo stare attento a non insospettire Caporale perché sicuramente sospettava che ero in possesso dei suoi documenti scomparsi, così mi limitai a scegliere il soggetto più coinvolto e a pedinarlo nel frattempo che escogitavo un diversivo. Capitano Gilberto Grossi. Il grado più alto della lista. Era l’uomo numero uno. Lo seguii per diversi giorni senza cavare un ragno dal buco. Una vita regolare. Sembrava quasi che fosse pulito. Tutto ad un tratto la placida monotonia delle nottate del capitano si interruppero. La cellula si riattivò. Una serie di incontri segreti con degli uomini dall’aspetto marziale si intensificò in un appartamento fuori mano nelle campagne di Firenze. Non ero mai riuscito ad avvicinarmi abbastanza per sentire di cosa parlassero, ma si trattava di qualcosa di grosso. Scorte e uomini in divisa sorvegliavano il perimetro durante gli incontri. L’unico modo di venire a conoscenza di cosa avvenisse in quell’appartamento era posizionare una cimice. Mi alzai di buon ora per raggiungere un telefono sicuro, una cabina telefonica lontano da dove alloggiavo. Composi il numero segreto che ogni agente possedeva per parlare con il comando operativo. Rispose un’agenzia matrimoniale. Dissi la frase segreta che mi contraddistingueva come agente, poi il codice di riconoscimento. L’operatore mi chiese la motivazione del contatto ed io risposi che avevo bisogno di un mini set da intercettazione vocale a lunga distanza, così l’operatore mi segnalò un indirizzo e mi diede delle direttive. Raggiunto l’obiettivo mi trovai di fronte un negozio di televisori ed aggeggi vari. Entrai nel negozio e chiesi al negoziante un videoregistratore marca K.K.. L’anziano figuro mi servì senza aprire bocca, mi disse solo il prezzo. Tornai a casa e smontando la scatola esteriore dell’apparato trovai una piccola valigetta completa di tre micro-microfoni, auricolari con ricevente e registratore magnetico con supporti a nastro incorporato. Feci una prova dell’attrezzatura posizionando il microfono in una borsa che lasciai alla signora della portineria dicendole che l’avrei recuperata al mio ritorno. Mi mossi verso la strada allontanandomi il più possibile finche non persi il segnale. La lunghezza d’onda copriva fino a cento dieci metri linea d’aria ostacoli compresi, un’ottima apparecchiatura mi dissi, così ora certo dell’efficacia corsi a recuperare il microfono per andarlo a posizionare nell’appartamento deserto sperando che quella sera ci sarebbe stato un nuovo meeting. Entrai in scioltezza e decisi di occultare la microspia all’interno della tela di un quadro posizionato sulla parete di un camino in marmo che dominava il salotto, teatro degli incontri dei nostri furtivi galantuomini. Mi appostai all’esterno e a debita distanza con l’ausilio di una reflex dotata di teleobiettivo e pellicola sensibile da trecento iso ero pronto a documentare con foto e registrazioni gli eventi per il mio rapporto. Verso mezzanotte cominciarono ad arrivare le macchine. Ecco il capitano Grossi, i sotto ufficiali di scorta perlustrano la casa… il via libera, arrivano anche le altre macchine… ma… non capisco… questa sera dovrebbe essere la riunione conclusiva, c’è niente di meno che il comandante Luca Caporale in persona! Come immaginavo era lui a tirare i fili… Bene scatterò qualche foto! Gli uomini più prestigiosi siedono sui divani comodamente mentre vengono serviti da Grossi. Tutti gli altri sono fuori a sorvegliare la loro incolumità.
-Bene signori servitevi con calma di questi pregiatissimi liquori che io stesso ho provveduto a reperire per omaggiarvi in questa particolare serata, ora vi prego di assaporare questi sublimi sigari della Montecristo orgoglio dell’avana-
Caporale prese subito la parola, senza perdere tempo…ed era sempre il solito megalomane egocentrico bastardo!
-Cerchiamo di arrivare rapidamente al dunque… è stato optato per intervenire nuovamente sul suolo italiano, ma momentaneamente l’unico progetto che verrà attuato è il piano G.T.-
A quelle parole si sollevò un mormorio tra gli ufficiali che sembravano disapprovare il rallentamento dei loro misteriosi piani, a quanto pare perché meno azioni significava meno denaro nelle loro tasche… avidi mostri…
-Calmi signori, calmi, ci sarà da fare per tutti voi ve lo posso garantire, solo bisogna essere cauti e seguire le direttive dei vertici senza dubbiare delle loro motivazioni, perchè loro non lo faranno in merito alle vostre eccelse qualità! L’assegnazione del piano G.T. è stata decretata in base alla pulizia dei lavori svolti e all’infallibilità che ha dato prestigio all’uomo che sto per nominare che a missione compiuta salirà automaticamente di grado onorando questi uomini che rappresentiamo e a sorreggerli per la grande svolta che questo paese merita e a cui si sono dedicati corpo e anima… sto parlando… e spero che l’accogliate con un applauso, del capitano Grossi…-
Non riesco a credere alle mie orecchie, quel pazzo di Caporale elogia le azioni di questi macellai e dei loro corrotti mandanti! Sono dei pazzi esaltati, tutti quanti! Ecco perché se ne servono! Pazzi, esaltati e macellai! Devo assolutamente sapere di cosa tratta questo piano G.T. ma fin’ora non ho sentito nomi apparte quello del capitano e non ho nessun tipo di indizio su cui lavorare! Se non esce fuori niente dovrò seguire ancora Grossi e forse anche interrogarlo!
-Affinchè non ci siano dissapori, troverete una piccola quota regalo sui vostri conti segreti, e spero che questo bilanci il vostro morale al fine di non provare dell’acredine nei confronti del nostro, ancor per poco capitano. Sicuramente la classe di vossignori non mi darà modo alcuno di dover dubitare della vostra professionalità. Per quanto riguarda lei signor Grossi, per me è doveroso doverla informare che se nello svolgimento del piano G.T. vi fosse qualche controversia oppure venisse rivelato qualcosa rispetto alla segretezza che i nostri benefattori richiedono, non sarete voi l’unico a pagare, ma verrà inevitabilmente versato anche il sangue della sua rispettiva famiglia a partire dai suoi parenti più lontani fino al cuore del suo nido familiare, ossia la sua dolce mogliettina e le sue inestimabili figlie Elisa e Benedetta.-
Un’ombra calò sul viso di Grossi che già sapeva a quali rischi si concedeva, ma il suono di quelle minacce lo aveva comunque penetrato.
-Ora per non spezzare la lieta atmosfera che si era creata, fate come se non avessi detto nulla e divertitevi con la sorpresa in arrivo che ho voluto per ringraziarvi ancora della vostra presenza… dieci ragazze dell’est pronte a soddisfare qualsiasi richiesta vogliate, ma mi raccomando, non proferite parola con le vostre mogli… ha ha ha ha ha ha!-
Si fecero tutti in due dalle risate, dalla situazione sembravano tutti molto abituati a dividere il letto con delle ragazze a pagamento. Il comandante si rimise cappello e guanti e con aria decisamente seria fece il saluto militare agli ufficiali. Uscì facendo segno al capitano Grossi di seguirlo. Prima di montare nella sua vettura si avvicinò un suo uomo con cui scambiò due, tre parole al massimo, poi scomparve nella notte insieme al Capitano. Rimasi appostato sperando che qualcuno si tradisse rivelando qualche personaggio coinvolto o addirittura qualche particolare del misterioso piano G.T., quando vidi arrivare una macchina. A scendere non erano le prostitute ma un commando scelto che in pochi istanti neutralizzò la scorta ed irrompendo nella casa con violenza fece fuori tutti gli ufficiali presenti. Un’azione fulminea e precisa. Poi il capo squadra ripassò sui corpi esplodendo un colpo alla testa di ognuno, e concluse con la frase: “pulite tutto, fate sparire i corpi con le auto e date fuoco alla casa”. Rimasi gelato difronte alla scena… un’esecuzione grande stile nel vero senso della parola! Quel comandante Caporale era un genio del male, si era presentato senza creare alcun sospetto tessendo una atmosfera accomodante e promettente, ma in realtà il suo scopo era di togliersi dai piedi elementi equivoci che avrebbero potuto mandare all’aria un’intera organizzazione solo per pura avidità! Non erano neanche emotivamente coinvolti nelle operazioni quindi una possibile minaccia da cancellare, e loro erano bravi a cancellare! Feci ritorno a casa per iniziare la stesura del rapporto a cui allegai le foto che avevo sviluppato in bagno con un mini-set camera oscura e la cassetta con l’intercettazione vocale.