La chiusura della sede distaccata di Sora del tribunale di Cassino ci fornisce occasione per una breve, seppur triste, riflessione. Il tribunale di Cassino sembra essere, allo stato attuale, al riparo dall’obbligo di smantellamento mentre la sede distaccata di Sora, purtroppo, dovrà chiudere. Proprio in questi giorni arrivano le prime richieste formali per l’attivazione delle procedure di trasferimento di competenze e risorse umane. Per la nostra città la perdita è grave. La fragilità economica del territorio è così elevata che non sarà marginale l’effetto sulle attività legate a questa importante istituzione. Oggi però, in questo difficile momento, vogliamo impartire ai nostri amministratori una lezione di stile e di diversa capacità di affrontare le spinose questioni cittadine. Fossimo stati noi al governo, si sarebbe infatti scatenato il putiferio. Con la consueta demagogia, proprio quella che ha consentito loro di far leva sul partito del rancore e della rabbia sociale, avrebbero inneggiato alla catastrofe, al disfacimento totale del futuro cittadino, alle incapacità di uomini inadeguati. Probabilmente si sarebbero organizzati tavoli per la raccolta di firme, marce di protesta, e tutta la liturgia populistico-comunicativa di cui gli attuali amministratori sono stati e sono capaci. I tempi di questa nostra società sono però cambiati, e chiunque voglia, senza ipocrite velleità, definirsi “politico”, nel senso di uomo al servizio della collettività, deve abbandonare queste ingannevoli e meschine strategie dialettiche, trovando nella dignità e nella serietà dei ragionamenti la forza e la compostezza delle argomentazioni. Al contrario di quanto sostenuto riguardo al SAZ (sportello agricolo di zona) trasferito da Sora ad Atina per manifesta incapacità di questa maggioranza nel difendere il difendibile, oggi noi diciamo, con spirito onesto e non opportunistico, che difficile sarebbe stata l’operazione di salvataggio della sede sorana del tribunale di Cassino. Chiunque fosse stato al governo. Con tutta la gravità che una tale affermazione comporta. Con la consapevolezza dell’importante funzione sociale ed economica che quest’ufficio ha rivestito per Sora. Ma oggi è arrivato il tempo di fronteggiare queste crisi con spirito nuovo, con una radicata e moderna voglia di riscatto, alimentata da un desiderio orgoglioso e dignitoso di pensare al proprio sviluppo con intelligenza e tenacia, senza piangersi addosso. E forse proprio queste ultime considerazioni ci danno più grandi preoccupazioni, e cioè l’assoluta mancanza di strategie di sviluppo di cui il territorio necessita, realizzabili anche attraverso il confronto politico-programmatico con le forze di opposizione, per il bene comune. Relegare all’ennesimo ed inutile studio sul parco archeologico di San Casto, oppure ad uno sbarramento del fiume Liri per la frequentazione di dieci canoe, o peggio ancora alla sostituzione di una lampadina i desideri di riscatto del popolo sorano ci spaventa enormemente. Nella infantile e assurda ricerca del piccolo consenso clientelare, o peggio, del contentino post-elettorale, proprio qui ravvisiamo la inadeguatezza della attuale classe dirigente, dotata di enormi, nichilistiche e devastanti capacità di opposizione, ma di scarsissime e quasi patetiche caratteristiche amministrative.
Il Coordinamento di Patto Democratico per Sora, Progetto Città e Partito Socialista Italiano