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DAL RECOVERY FUND AL RECOVERY PLAN

La scorsa settimana, l’approfondimento ha riguardato il Recovery Fund o “Fondo per la ripresa”. Si tratta di un fondo speciale volto a finanziare la ripresa economica post Covid-19 con titoli di Stato europei (Recovery bond) che serviranno a sostenere progetti di riforma strutturali previsti dai Piani nazionali di riforme di ogni Paese: i Recovery Plan. Lo stanziamento complessivo è di 750 miliardi di euro, da dividere tra i diversi Stati, con Italia e Spagna tra i maggiori beneficiari.

Tutti gli Stati Membri dovranno presentare alla Commissione europea i propri Recovery Plan, per ottenere gli aiuti del Recovery Fund, entro aprile 2021. In Italia il Recovery Plan è stato denominato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e si focalizza in particolare sulla Riforma fiscale, sulla digitalizzazione e sulla transizione verde. In gioco ci sono 209 miliardi di euro finanziati dall’Unione Europea, di cui 127 miliardi sotto forma di prestiti e altri 82 miliardi come sovvenzioni.

La bozza iniziale del Recovery plan italiano individuava sei missioni: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo e la Pubblica Amministrazione, l’istruzione, la Sanità e il Fisco; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità e le telecomunicazioni; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute.

Tra gli obiettivi che l’Italia punta a raggiungere con le misure contenute nel PNRR, ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica, l’aumento degli investimenti pubblici, far crescere la spesa per Ricerca e Sviluppo, portare il tasso di occupazione in linea con la media UE, innalzare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale.

Per il Commissario europeo agli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, il Recovery Plan italiano risulta convergente con obiettivi e politiche UE, ha bisogno però di essere rafforzato sotto l’aspetto delle riforme, delle raccomandazioni specifiche per il Paese, del calendario e degli obiettivi da raggiungere. Questo per l’Italia così come per gli altri Paesi europei che hanno presentato i loro Piani a Bruxelles.

Le osservazioni formali sui Recovery Plan potranno essere sottoposte alla Commissione Europea fino a fine febbraio. Dopo di che ci saranno fino a tre mesi per partire con l’erogazione vera e propria dei primi stanziamenti agli Stati membri.

Rispetto ai 52 macro–progetti iniziali, la bozza attuale del Recovery Plan ruota intorno a quattro principali scenari: Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, Transizione ecologica, Infrastrutture e Sanità.

La crisi di Governo, con successive dimissioni del premier Conte, ha fermato i lavori dell’Esecutivo. Il tempo stringe, ed ora tutta l’attenzione è rivolta alle scelte future del Presidente della Repubblica che ha avviato le Consultazioni al Quirinale per tentare di formare un nuovo Governo.