Da Paolo Ceccano, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, riceviamo e pubblichiamo.
Il PRC invita a votare SI al referendum del 17 aprile per dire NO e fermare l’insensata e altrimenti inarrestabile trivellazioni dei fondali dei nostri mari e del territorio. Son molti, troppi i motivi che possono e debbono indurre a smetterla con queste pratiche devastatrici del territorio. Non fosse altro che, appena fresca di stampa, è la notizia che questo governo, per via della ministra Guidi, sulla storie di sfruttamento dei cosiddetti giacimenti petroliferi ha perpetrato le solite pratiche del familismo e occupazione parentale.
Oltre la cronaca, il PRC ribadisce che il problema energetico nazionale non può essere risolto solo sulla base del criterio degli approvvigionamenti crescenti, che induce a considerare risolutive del problema le effimere quantità di petrolio e di gas estraibile sul patrio suolo quanto piuttosto sunuove politiche energetiche.
Gli investimenti impegnati nelle risibili estrazioni dovrebbero essere impegnati sul fronte del risparmio energetico riducendo le inefficienze e recuperando in questo modo quote di energia ben superiori a quelle che i trivellatori blaterano di estrarre.
Il PRC afferma che è importante e doveroso votare SI. Inoltre andare a votare è necessario per fermare chi agita l’astensionismo per far si che non si superi il quorum del 50% e che vuole impedire la popolazione di esprimersi su un tema fondamentale per il futuro delle politiche energetiche di questo paese.
Blocchiamo le trivellazioni per difendere il territorio e per un futuro in cui si consumi meno energia, concentriamoci invece in favore delle energie verdi che non inquinano e creano moltissimi posti di lavoro.