In che modo gli italiani reagiscono alla crisi?
In che modo gli italiani reagiscono alla crisi? Facendo le formiche, ovvero mettendo in banca 45 miliardi di euro. E, chiaramente, a risentirne sono i consumi. L’argomento, che viene trattato oggi sulle pagine di Economia de La Repubblica, in qualche modo, ci ha riportato alla situazione locale di Sora, che si è sempre contraddistinta per la massiccia presenza – rispetto alla popolazione residente – di istituti di credito, che continuano a spuntare come funghi, nonostante la situazione di crisi economica che si vive da anni. Una presenza tuttavia giustificata proprio dalla particolare e accertata propensione dei sorani a spendere poco e a cercare di mettere da parte più soldi possibili.
Dall’articolo a firma di Lucio Cillis leggiamo: “Italiani sempre più formiche. Quelli che potrebbero spendere tengono il borsellino ben chiuso, come confermano i dati Istat sul crollo delle vendite al dettaglio, e preferiscono lasciare il denaro al caldo dei depositi bancari, al riparo da sorprese o tentazioni. Ma nel contempo milioni di connazionali soffrono più di altri la crisi: secondo l’associazione Bruno Trentin-Isf-IresCgil, perla prima volta dall’inizio della crisi sono oltre 9 milioni le persone che vivono nell’area della sofferenza e del disagio occupazionale”.
“…La prima sorpresa del giorno arriva però da uno studio di Unimpresa su dati Bankitalia, secondo cui il denaro lasciato negli istituti di credito è cresciuto di quasi 45 miliardi di euro in più in un solo anno. Nel gigantesco salvadanaio bancario delle famiglie, a giugno 2013 erano presenti poco meno di 850 miliardi di euro, con un incremento di 44,6 miliardi (+5,5%) rispetto agli 805 del giugno 2012. Secondo il centro studi, l’aumento complessivo delle riserve di imprese, famiglie e intermediari finanziari è pari a 100 miliardi. Anche i depositi bancari sono cresciuti: tra giugno 2012 e giugno 2013, il balzo è del 7,16%, da 1.390 miliardi a 1.490 (100 in più)”.
“…Cresce lo stock di denaro lasciato nel conto corrente: ci sono 28 miliardi in più rispetto al 2012, dai 700 miliardi a 728 (+4,09%). Ma lo strumento principe tra quelli analizzati risultano essere i depositi vincolati a breve scadenza che garantiscono una discreta protezione dall’inflazione e registrano una crescita importante tra giugno 2012 e giugno2013:sonopassati da 281 a 322 miliardi (+14,45%). Ma questa performance da record del salvadanaio degli italiani è stata ottenuta anche a scapito dei consumi. E l’Istat ieri ne ha documentato il crollo a giugno, con vendite in calo per gran parte delle tipologie di prodotti analizzate”.
“…In pesante calo gli elettrodomestici (5,9%) e i farmaceutici (4,6%). Resistono a fatica i gruppi di prodotti di utensileria per la casa e la ferramenta (0,6%) e le dotazioni per informatica, telecomunicazioni e telefonia (1,3%) con una tenuta per l’hi-tech e i cellulari di ultima generazione. Insomma, gli italiani rinunciano a tutto. Ma non allo smartphone”.