È di 43 il numero dei nuovi positivi al Covid-19 nella provincia di Frosinone. 230 i tamponi effettuati nella giornata di ieri, 21 i negativizzati. Fortunatamente non si registra nessun decesso. Il totale dei ricoverati è di 63.
E dalla Asl arrivano i consigli per fronteggiare l’epidemia.
Il Direttore del Dipartimento della Asl di Frosinone, dott. Giancarlo Pizzutelli risponde alle domande e ai dubbi che arrivano dal territorio.
Quali sono i sintomi che occorre tenere in considerazione se si ha paura di aver contratto il virus?
I sintomi di COVID-19 variano molto e vanno dall’assenza degli stessi (essere asintomatici) a febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare. I casi più gravi possono presentare difficoltà respiratoria ingravescente e polmonite. Spesso si verifica perdita improvvisa o diminuzione dell’olfatto e del gusto (ageusia). Altri sintomi meno specifici possono includere cefalea, brividi, mialgia, astenia, vomito e/o diarrea.
Cosa occorre fare in presenza di sintomi?
Per prima cosa avvertire il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta (a seconda dell’età) che provvederà a prescrivere l’eventuale terapia ed un tampone diagnostico. Nel frattempo il caso sospetto dovrà auto isolarsi in attesa del responso del tampone.
Se il tampone è positivo?
In caso di responso positivo del tampone il soggetto verrà posto in isolamento. Quest’ultimo avrà una durata differente per casi asintomatici o sintomatici. Per gli asintomatici (magari scoperti durante le attività di tracciamento del Dipartimento di Prevenzione) durerà per un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test). Per i sintomatici durerà almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test).
Se sono a conoscenza di essere stato in contatto con un positivo?
I contatti stretti di un caso confermato COVID-19, in attesa di essere contattati dal Dipartimento di Prevenzione della ASL possono rivolgersi al proprio medico di medicina generale (MMG) o pediatra di libera scelta (PLS) o alla continuità assistenziale (ex-guardia medica) per le informazioni del caso. Il Dipartimento, anche e soprattutto in base alla propria attività di contact tracing, disporrà la quarantena. Quest’ultima avrà una durata di almeno 7 (per coloro che sono stati vaccinati con almeno 2 dosi da almeno 14 giorni) o 10 giorni (per gli altri soggetti) dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test antigenico o molecolare con risultato negativo.
Cosa si intende per contatto stretto?
Il “contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:
Ci sono altri aspetti riferiti al contatto?
C’è il contatto a basso rischio. Si intende una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni:
La quarantena non potrà essere abbreviata da un eventuale test con esito negativo. Quest’ultima, insieme all’isolamento sono importanti misure di salute pubblica attuate per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione di SARS-CoV-2 e per evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero.
Cosa pensa dei tamponi fatti in maniera autonoma?
I tamponi preventivi possono essere utili ma hanno un significato limitato in quanto le positività al coronavirus possono manifestarsi nel giro di poche ore.
Altri consigli?
Riguardo alle convivialità del periodo che abbiamo di fronte si raccomanda il numero ridotto dei commensali con distanziamento sufficiente e frequenti ricambi d’aria. In conclusione occorre il massimo rispetto delle misure di prevenzione primaria (utilizzo delle protezioni respiratorie, distanziamento, igiene delle mani) e l’effettuazione della vaccinazione.