Consiglio comunale virtuale con all’ordine del giorno il degrado della città: il Sindaco ha bocciato l’iniziativa, ma Giacomo Iula si è detto orgogliosamente soddisfatto dell’idea da lui promossa perché “è stata scritta una bella prima pagina di democrazia libera, diretta e partecipativa”.
Chissà cosa direbbe Casaleggio – guru della politica sul web – di questo esperimento in riva al Liri. I numeri dicono che hanno partecipato all’appuntamento virtuale 88 utenti (due consiglieri comunali: oltre a Iula, Roberto De Donatis), cioè molti di più di quelli che solitamente assistono in loco allo svolgimento delle riunioni ‘reali’ della massima assise cittadina. E questo è un dato.
VIRTUALMENTE, qualche polemica, lamentele (segnalazioni più volte presentate, ma a cui nessuno ha mai dato seguito), qualche utile proposta (sorveglianza, sensibilizzazione), un confronto ‘primo’ nel suo genere in città e, per questo meritevole della giusta attenzione ma che, però, potrà essere utile solo se, adesso, REALMENTE, qualcuno farà qualcosa. E, anche in tal caso, resterebbe da discutere sul fatto che, prima della denuncia domenicale di Don Bruno Antonellis , tutti – Istituzioni comprese – non hanno visto o hanno finto di non vedere.
Mediaticamente, se Iula cercava un’aggiunta di visibilità, l’ha ottenuta. In effetti, però, non può bastare affermare, come ha detto il Presidente del Consiglio, che la gente abbia la possibilità di sfogarsi, in quanto un amministratore non deve e non può aspettare che qualcuno si sfoghi, prima di mettere mano alla soluzione di un qualsivoglia problema. Ben vengano la partecipazione attiva di tutti e forme di democrazia partecipativa. Resta il fatto che, nella nostra città, governano amministratori che hanno un nome, un cognome, un ruolo istituzionale e deleghe che devono dimostrare di essere in grado di onorare sostenere. Non a parole, ma con i fatti.
In questa vicenda – al netto degli eventuali effetti positivi – non è potuta sfuggire a nessuno la contrapposizione, evidentissima, tra il Sindaco e il Presidente del Consiglio comunale, quasi a sottolineare che qui si sta ancora a discutere di chi e come deve intervenire, invece di mettere al centro dell’attenzione l’esistenza di un problema – come il degrado, del tutto evidente e per il quale nessuno, finora, ha fatto niente – da affrontare e risolvere.
Tutti ci avrebbero fatto più bella figura se, invece di dire come si fa, avessero agito secondo gli strumenti che il nostro ordinamento mette a loro disposizione, ad onore dell’incarico ricoperto e nel rispetto della città e dei cittadini. Ma questa è un’altra storia.