Nel Partito Democratico di Sora le acque continuano ad essere molto agitate. La nomina di Antonio Conte ad assessore 'in quota Enzo Petricca' ha fatto alzare la voce alla segretaria Tucci, ma anche ai suoi storici oppositori, che continuano ad accusarla di assoluto immobilismo. Qui di seguito, pubblichiamo una lettera firmata da Giovanni Celli, Roberto Di Ruscio, Giuseppina Isopo e Antonio Lombardi, nella quale viene espressamente riporata la necessità di sommissariare il Pd sorano. La lettera è stata redatta in data 9 dicembre, quindi prima della nomina di Conte, ma, scrivono gli estensori della nota, "la forzatura di Petricca e l'inerzia della Tucci non cambiano di una virgola le analisi e aggravano ancora di più la posizione di un partito senza guida".
"Il Congresso del Circolo di Sora si è tenuto nell’ottobre del 2013 e questi 14 mesi sono trascorsi senza che il partito abbia dato inizio ad una qualsiasi forma di presenza politica. Si ricordano ancora alcune esternazioni della attuale Segretaria durante la campagna precongressuale nelle quali si accusava la segreteria uscente di immobilismo e apatia. Si strillava da più parti che il partito avrebbe dovuto essere presente su una marea di questioni. Pensammo che chissà quali dossier corposi e numerosi erano stati già preparati dal quel manipolo che si apprestava a vincere il congresso cittadino. Migliaia di ricchi fascicoli su ogni argomento: dalla sanità all’urbanistica, dal lavoro all’ambiente, dalla cultura al commercio, dai servizi sociali alla viabilità. E invece dal quell’ottobre il silenzio più profondo. Il P.D. di Sora in 14 mesi non solo non è stato minimamente protagonista del dibattito politico cittadino ma non è riuscito nemmeno a dotarsi di una seppur minima struttura interna. Tolti gli organi eletti durante il giorno del congresso, non si è proceduti alla individuazione di una vicesegreteria, di una segreteria collegiale, di commissioni o gruppi di lavoro. Non si è individuato un metodo stabilendo, ad esempio, una periodicità delle riunioni dell’Assemblea o del Direttivo. Non si è prodotto un documento su uno qualsiasi degli innumerevoli problemi che attanagliano il nostro territorio per porlo al vaglio della cittadinanza. Non ci si è fatti promotori di incontri istituzionali con le altre forze politiche a noi naturalmente vicine. Non c’è stata adesione alle campagne nazionali proposte dal nostro partito. Non si è provveduto a dare quantomeno inizio alla costituzione di una sezione giovanile del nostro circolo. Insomma niente di niente. Una segreteria che non si occupa della struttura che potrebbe supportarla e che non coinvolge i dirigenti, i militanti, gli elettori e tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla nostra realtà, è una segreteria che non ha senso di continuare ad esistere. Il circolo di Sora, negli ultimi mesi, ha completamente perso la fisionomia di circolo inteso come collettività, come comunità. Questa dimensione corale è stata completamente sacrificata sull’altare degli umori di una Segretaria che, quelle poche volte che ha esternato in pubblico, lo ha fatto solo a titolo personale o in nome e per conto di una ristretta cerchia di accoliti, palesando delle opinioni che sono maturate non all’interno di una riflessione interna al partito, ma che sono state il frutto di elucubrazioni del tutto personali. Se non si pone rimedio, il rischio concreto che si corre è che si perda del tutto quel senso di comunità, di appartenenza e di militanza che da sempre contraddistinguono gli iscritti del nostro partito. Valori comuni, scelte condivise, luoghi e tempi in cui incontrarsi, questo dà il senso ad una comunità, questo dovrebbe essere il compito di un circolo. Ebbene tutto ciò a Sora non esiste più. Questa mancanza “fisica” del partito ha come naturale conseguenza una assenza totale di funzionamento sia all’interno che all’esterno. Se oggi un cittadino sorano volesse interloquire con il nostro partito non saprebbe a chi rivolgersi, non saprebbe dove recarsi. Se si chiedesse ad un qualsiasi sorano quali sono le posizioni del P.D. sui singoli argomenti non gli rimarrebbe altro che fare scena muta per impossibilità di reperire informazioni. E questo accade non a causa di errori nella strategia di comunicazione, che già da soli sarebbero un grave difetto, ma per mancanza proprio di una elaborazione teorica e di una pratica concreta sulle mille difficoltà che soffre il nostre territorio. E non potrebbe essere altrimenti perché, come ci insegnano le buone pratiche, il luogo ideale di elaborazione della strategia politica di un partito sono quegli organi, come la Direzione, dove ci si incontra, si discute e si arriva ad una sintesi condivisa.
Ma da un anno a questa parte quelle poche volte che il Direttivo è stato convocato, è stato fatto in maniera frettolosa, con degli ordini del giorno confusi e squalificanti, e cosa ancora più grave, senza che, quasi mai, ci fosse il numero legale legittimato a prendere delle decisioni. Questo dovrebbe far riflettere su due punti. Primo: sui criteri di scelta dei membri del direttivo, individuati talvolta fra parentele e clientele solo per avere i numeri dalla propria, ma senza che tali membri fossero mossi da una reale volontà di partecipazione alla vita di partito. Secondo: se nonostante la scelta dei nomi è stata fatta su criteri di semplice obbedienza alla linea della segreteria, e se la segreteria stessa non è più in grado di coinvolgere quelle persone alle quali si era affidata, questo fatto, già di per se, pone la segreteria in una posizione di completa sfiducia anche da parte di chi le è più vicino. È evidente che se le riunioni della Direzione vanno ripetutamente deserte, viene a mancare l’organo vitale del partito che rimane paralizzato e completamente assente dal dibattito politico cittadino. Di tutto ciò l’attuale Segretaria sembra non farsene un problema, come se fosse una questione che non la riguarda e, anzi, quasi come facesse comodo che il partito sia in letargo così c’è meno lavoro da fare.
La conseguenza della mancanza di una regolare attività di partito è che, quando c’è da prendere delle posizioni e decisioni, queste vengono maturate al di fuori degli organi deputati per statuto a prendere quelle decisioni, e il peso delle opinioni di dirigenti e militanti viene completamente sostituito dagli interessi di conventicole che elaborano le proprie mosse solo in virtù di personali interessi. È accaduto più volte che su questioni, anche rilevanti, per la vita del partito o della nostra città, i dirigenti e gli iscritti al P.D. abbiano appreso di alcune prese di posizione solo dagli organi di stampa e che il partito non sia stato minimamente coinvolto in tali processi decisionali.
Ed è proprio in questa maniera, cioè al di fuori delle sedi ufficiali, che è maturata la decisione più sciagurata che questa segreteria ha preso in questi mesi: quella di correre in soccorso di una amministrazione di centrodestra che, senza il nostro voto a favore, sarebbe definitivamente caduta, riconsegnando, finalmente, il Comune di Sora alla volontà dell’elettorato con significative possibilità da parte del P.D. e di tutto il centrosinistra di poter vincere la tornata elettorale. Mai, all’interno del partito, si è discusso della eventualità di entrare in maggioranza a sostegno del centrodestra: il nostro avversario naturale. Durante i mesi estivi alcuni articoli di giornale riferivano di cene e “caminetti” in cui si stava “trattando” dei termini dell’accordo che avrebbe portato il P.D. a sostenere l’amministrazione Tersigni. Increduli e sbalorditi da una inverosimile e innaturale possibilità abbiamo chiesto più volte spiegazioni alla Segretaria ed al consigliere comunale del P.D. quanto ci fosse di vero in quelle insinuazioni. Ebbene, entrambi hanno sempre negato, rafforzando la loro avversione alla amministrazione Tersigni con comunicati stampa al vetriolo dove si chiedeva chiaramente al Sindaco di Sora di dimettersi per il bene della città, e affermando che questa amministrazione era quanto di peggio potesse capitare alla nostra città. Sebbene le nostre posizioni critiche nei confronti della attuale dirigenza del P.D. sorano fossero precedenti a tali fatti, mai avremmo immaginato che oltre all’incapacità nella conduzione del partito ci fosse anche una spudorata capacità di sostenere impunemente così gravi menzogne. Ma la realtà molte volte supera la fantasia. Ed è stato così che alla vigilia del consiglio comunale del 26 settembre, improvvisamente, viene convocato un direttivo dove, per la prima volta, sono presenti quasi tutti i membri e senza nessuna possibilità di dibattito viene presentato un documento preparato altrove e in altri tempi (sempre a proposito di dove si prendono le decisioni) a firma di 7 membri, nel quale si stabiliva che il P.D. avrebbe sostenuto l’attuale amministrazione, invitando il consigliere Petricca ad entrare tra le fila della maggioranza.
Senza volerci soffermare sulle mille critiche che gli iscritti del P.D. ed i semplici cittadini indirizzano nei confronti di un partito traditore dei propri ideali, sulle manifestazioni di sdegno che, ancora oggi, gli elettori del P.D. palesano per una scelta così scellerata, ci duole però affermare che il peggio della vita del partito non era stato ancora raggiunto. Immediatamente dopo l’infausto “accordo” lo stesso Sindaco, in una conferenza stampa appositamente convocata, affermava, con grande giubilo, che grazie alla stampella del P.D. lui era salvo e che, entro poche ore, si aspettava, da parte del P.D., l’indicazione di un nome che avrebbe ricoperto la carica di assessore. Ci si aspettava che almeno su questo punto i 7 membri del direttivo smaniosi di salvare l’amministrazione di centrodestra avessero le idee chiare. E invece da quel giorno il teatrino triste della dirigenza del P.D. sorano ha dato il meglio di sé. Indiscrezioni apparse sulla stampe, smentite, conferme, smentite delle smentite, e poi ancora: nomi improponibili, logiche spartitorie. Insomma: confusione totale. Per tentare di capire cosa effettivamente stesse accadendo abbiamo chiesto più volte la convocazione di un direttivo mettendone a conoscenza anche la Federazione Provinciale di Frosinone. La Segretaria non ha fatto altro che rimandare di volta in volta adducendo, ad ogni occasione, le scuse più disparate. Dopo nostra continua insistenza siamo riusciti, finalmente, ad incontrarci un paio di volte e sempre con una scarsissima presenza tanto da non raggiungere mai il numero legale. Alle nostre continue pressioni sulla richiesta dei motivi che facevano rimanere paralizzato il partito sulla nomina dell’assessore a oramai tre mesi dall’entrata in maggioranza, abbiamo ricevuto solo risposte farfugliate che tentavano maldestramente di celare il vero motivo. Il vero motivo è che dei 7 membri del direttivo che firmarono il documento preconfezionato che deliberava l’entrata in maggioranza, alcuni sostengono la nomina di un ex tecnico comunale, e solo pochi altri sono sulle posizioni, non ancora chiare peraltro, della Segretaria, facendola trovare, in sostanza, in una posizione di minoranza della sua stessa maggioranza. Tali querelle personali continuano a frenare quella che dovrebbe essere la vita naturale del partito. Francamente, se la situazione dovesse rimanere questa, noi non vediamo vie di uscita da questo impasse, poiché è chiara a tutti oramai la manifesta incapacità della Segretaria di incidere in qualsivoglia modo sulla vita del partito e sulla scena politica cittadina.
Se a questo si aggiunge che, a poche settimane dalla chiusura del tesseramento, mentre negli altri comuni si procede in maniera spedita, qui a Sora in pochissimi hanno rinnovato la propria adesione, e non si registra la benché minima presenza di nuove iscrizioni, è facile dedurne che, a causa di questa gestione fallimentare, il nostro partito ha un appeal azzerato. La situazione è veramente drammatica e, prima che sia troppo tardi, noi chiediamo il commissariamento del Circolo di base di Sora che accompagni la nostra comunità verso un nuovo congresso che ci permetta di ridare lustro e vitalità al nostro partito.
Sora, 09 dicembre 2014.
Celli Giovanni
Di Ruscio Roberto
Isopo Giuseppina
Lombardi Antonio