Nuovo bollettino medico del ‘SS. Trinità’: di male in peggio, sembra che la perdita di un ortopedico, per il mancato rinnovo del contratto, avrà come immediata conseguenza il blocco dei ricoveri nel reparto.
Che fine faranno le persone che necessitano di un ricovero? Dove verranno portate? Forse a Frosinone – che, come ormai noto, è al collasso – oppure a Cassino?
Quando visitò l’ospedale di Sora il nuovo Direttore Generale dell’A.S.L., la dott.ssa Mastrobuono, aveva in mente queste soluzioni? Nella provincia sono state chiuse varie strutture perché il personale che vi lavorava non è stato ridistribuito negli ospedali “superstiti”?
Qualcuno, la Mastrobuono o il Presidente Zingaretti, vuole prendere una posizione pubblica chiara e dire quale sarà il futuro della nostra struttura ospedaliera??? Allo stato attuale, quello che emerge dai fatti è che l’ospedale sta vivendo una lenta agonia, con il passare del tempo perde personale, che non potrà essere sostituito a causa di quanto previsto dal piano di rientro. Lentamente resterà solo la struttura fisica, ma non vi saranno più medici ed infermieri.
I problemi dell’ospedale non sono soltanto un problema di Sora o dei comuni limitrofi, chi sostiene il contrario ha una visione limitata e miope della realtà. Se salta Sora le circa 150.000 persone del bacino ospedaliero andranno a gravare, con tutto il loro peso, sulle strutture di Frosinone, Cassino ed Alatri, ed allora il collasso della sanità in provincia sarà completo.
Chi pensa che le esigenze di bilancio vengano prima della salute dei cittadini – diritto costituzionalmente tutelato – deve iniziare a rivedere le proprie posizioni. È necessario individuare e colpire le vere zone di spreco, ma non si può pretendere di risanare il bilancio con il blocco delle assunzioni e del turn-over, perché gli effetti devastanti di queste scelte sono sotto gli occhi di tutti. Comunque, a chi volesse persistere lungo questa strada, si consiglia di inserire tra le voci del bilancio la seguente: “numero di persone decedute per assenza di strutture sanitarie”. Così si potrà avere un quadro esaustivo delle conseguenze del “piano di rientro”.