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Coletta-Meglio, la polemica continua

‘L’amministrazione che governa la nostra città, pur di difendere le loro sempre più discutibili scelte, e assediata da un popolo deluso e nauseato, si è dotata di una serie di figure, meglio sarebbe dire di “figuri”, che cercano penosamente di difendere anche l’impossibile, supportati soltanto da un oggettivo e dimostrabile tornaconto personale. Così, come in consiglio comunale, anche nelle questioni comunicative questi opportunisti “pretoriani” dopo aver barattato qualche incarico senza alcun tipo di pudore, sbeffeggiando ogni regola morale, osannano il governante di turno che li ha ricompensati e la maggioranza di cui fanno parte, che devono far sopravvivere per trarre da essa nuova ”linfa” vitale. I loro canti di giubilo, il servilismo dei loro osannanti discorsi, rende fastidiosi questi adulatori di mestiere che con manifesto interesse sposano ogni 4 o 5 anni il potente di turno mettendosi a servizio non della città, ma seguono altre logiche certamente più discutibili. Oggi, quindi, accolgo con tristezza l’annuncio del fastidio procurato al signor Elvio Meglio, che come tanti della sua traballante amministrazione, vuole essere lasciato in pace “PER LAVORARE”. Questo, cari concittadini, è vero. Vogliono essere lasciati in pace, perché ogni minuto  che perdono per analizzare una critica o rispondere ad essa, sono occasioni perse, per loro e per gli amici degli amici. È drammatico, però, rendersi conto che essi propongono queste affermazioni come se la città non capisse veramente il senso delle loro parole, come se i sorani non conoscessero loro e l’interesse che muove queste difese, insomma come se noi fossimo un agglomerato di idioti ai quali sia sufficiente raccontare la storiella del bene comune e della morale. In effetti, guardandoli, e superato il naturale fastidio iniziale, questi moderni interpreti della commedia all’italiana, tutto sommato ci danno anche una piacevole sensazione di comicità, un momento di grande allegria come proprio accadeva guardando quei simpatici film degli anni sessanta con Totò, De Filippo ed altri grandi artisti. Anche se loro, nella intelligente denuncia del malcostume imperante, svelarono agli italiani la maschera tipica del furbo opportunista che galleggiava tra le onde del malgoverno’.

Comunicato Stampa Patto Democratico per Sora a firma del rappresentante Natalino Coletta