AGRICOLTURA ECONOMIA La PROPOSTA

COLDIRETTI – PRODOTTI MADE IN ITALY E A KM0 CONTRO I RINCARI

Abbattere i costi di trasporto degli alimenti attraverso l’acquisto di prodotti locali a chilometro zero e di altissima qualità come il latte fresco della nostra regione. È l’appello di Coldiretti Lazio ai consumatori per fronteggiare questa situazione di forti tensioni internazionali, che hanno fatto esplodere i prezzi dei prodotti alimentari, a causa dei rincari determinati dal caro bollette e dai costi del carburante. Costi che inevitabilmente si percuotono sul carrello della spesa con aumenti che vanno in media dal 9% al 20%. Il latte costa 3 centesimi in più al litro solo a casa dei costi necessari al trasporto dal non Italia, che è la zona di maggiore produzione. L’invito, dunque è quello di acquistare il latte fresco del Lazio, così come gli altri prodotti a Km0.

“Una situazione che a causa dei costi elevati determinati dal trasporto – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – fa diventare ipercompetitivo il prodotto locale. La filiera corta, soprattutto in questo momento come quello che stiamo vivendo con i rincari delle bollette e del carburante, può rappresentare un grande vantaggio, perché riduce i costi relativi al trasporto dei prodotti e offre dei vantaggi sull’impatto ambientale. E’ un modello che da sempre sosteniamo ed è quello che applichiamo nei nostri mercati di Campagna Amica, dove è possibile trovare solo prodotti a chilometro zero, peraltro più salutari e garantiti dai controlli scrupolosi ai quali vengono costantemente sottoposti”.

Gli aumenti vanno tendenzialmente dal 9% per la farina al 12% per la pasta, al 6% per il pesce all’11% per il burro, dal 7% per la frutta al 17% per la verdura fino al 20% per gli oli di semi come il girasole importato dall’Ucraina, che ha dovuto interrompere le spedizioni. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’ipotesi di un decreto taglia prezzi allo studio del governo per contenere i rincari con il petrolio in frenata, sulla base dei dati Istat a febbraio.

“L’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada – prosegue Granieri – e l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni. L’aumento dei costi si estende all’intera filiera agroalimentare, dai campi all’industria di trasformazione, fino alla conservazione e alla distribuzione ed occorre intervenire nell’immediato per contenerli e non far chiudere le attività produttive e distributive essenziali per il Lazio”. 

L’invito è dunque quello a ridurre i passaggi da produttore a distributore e favorire l’acquisto di prodotti a KM0 in un momento in cui eventuali stop dell’autotrasporto determinerebbero anche la perdita di prodotti deperibili dalla carne al pesce, dall’ortofrutta al latte. Il latte fresco, di cui Roma e il Lazio sono tra i maggiori consumatori in Italia, ad esempio rappresenta una distintività della nostra regione e consumarlo aiuta a fronteggiare i costi.

“L’appello è quello di scegliere prodotti locali – conclude Granieri – per sostenere le aziende e i loro prodotti, che sono espressione delle eccellenze dei nostri territori. Una scelta che ripaga anche in termini economici alla luce dei rincari e delle ripercussioni causate dal conflitto in Ucraina. Le grandi tensioni internazionali evidenziano quando sia centrale e prioritario il tema della sovranità alimentare per non dipendere dall’estero. Una situazione che va a gravare sulle imprese già in seria difficoltà a causa della pandemia”. A riguardo, proprio nei giorni sorsi, Coldiretti Lazio ha chiesto alla Regione lo stato di crisi del settore agricolo.