Si dovrebbe guardare sempre ai grandi maestri della Cultura, per capire il passato, comprendere il presente e costruire il futuro. Loro possono aiutare a non ripetere gli errori commessi. Ma si sa, le distrazioni sono tante, la memoria è corta, la storia è noiosa e la letteratura non è sempre di facile comprensione. Per esempio, torna alla mente quella frase di Victor Hugo che diceva,“chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione”. Mai verità più vera. Mai Italia più lontana da essa. La situazione delle carceri del belpaese è nota a tutti, come pure quella della scuola. Due tragedie. Dicono di averne piena coscienza i governanti che però a quanto pare preferiscono l’economia alla cultura, la diplomazia al popolo, la politica “estera” a quella interna. Intanto, le carceri non bastano, la scuola è povera. Anzi, cade a pezzi. Aule fatiscenti, mura senza intonaco, infiltrazioni d’acqua, banchi rovinati, bagni senza carta igienica, fotocopiatrici senza inchiostro e/o senza carta: chi più ne ha ne metta. Da anni si accumulano disagi, ingiustizie, paradossi. Ovvio che cresca il sommovimento degli studenti. I giovani che oggi occupano le scuole, le nostre scuole – da un paio di giorni anche quelle del sorano – sono quelli che vivono giorno per giorno il disagio grande. Non è giusto. Non dovrebbero essere costretti a spendere il loro tempo scolastico a protestare, ma in Italia non resta che questo. Dovrebbero guardare ai grandi maestri della Cultura, gli studenti, avere modo di conoscerli e scoprirli, amarli, per crescere con loro. Ma in Italia non resta che questo. Dovrebbero trascorrere il proprio tempo con i libri ma oggi non è quel tempo…non è tempo per la cultura, anche se i governanti dicono il contrario. Oggi la classe studentesca è costretta a protestare perché da un giorno all’altro i suoi diritti sono stati declassati. La politica è responsabile di aver lasciato che tale situazione si verificasse, per manifesta incapacità a proteggere i diritti di un popolo che è cuore pulsante del paese. Una politica che lascia i propri giovani lottare da soli, che non riesce a “mantenere aperta la porta di una scuola”, che non riesce a ridare dignità e futuro a intere generazioni, non è una buona politica.