TECNOLOGIA E MEDIA

CASSINO – IMPROTA (CAMERA PENALE): ‘BENE LE INNOVAZIONI MA IL PROCESSO SI FA IN AULA’

‘Viva il procedimento penale telematico, un po’ meno il processo penale telematico’.
E’ l’estrema sintesi tratta dal presidente della Camera Penale di Cassino, l’avvocato Pasquale Improta, al termine del convegno promosso ed organizzato ‘impeccabilmente’ dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati della città martire nella giornata di ieri. Iniziativa tenutasi in videoconferenza causa pandemia dal titolo: ”Nuovo portale de processo penale telematico. Deposito atti e consultazione da remoto”.
‘Il seminario – riporta tra l’altro la nota – ha visto la graditissima partecipazione per la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino del Procuratore capo Dott. Luciano D’Emmanuele, del sostituto procuratore Dott. Emanuele De Franco, nonché della direttrice amministrativa della Procura delle Repubblica Dott.ssa Valentini e della dott.ssa Addesso.
L’innovazione telematica, causa l’epidemia in corso, ha avuto una spinta propulsiva non indifferente. Si è fatta di necessità virtù: poiché gli accessi fisici agli uffici giudiziari devono essere il più possibile limitati meglio implementare il sistema permettendo il deposito, la consultazione degli atti in materia penale in via telematica senza varcare la soglia degli uffici giudiziari. Tale modus agendi permetterà una dematerializzazione dei fascicoli ed una fruibilità, in termini di tempo e di organizzazione, sicuramente più agile e veloce.
Si va, dunque, sempre più affermando, anche nella branca penale, una più capillare informatizzazione del procedimento. Procedimento appunto non del processo! La questione non è di poco conto. La gestione digitale del flusso e della produzione degli atti nonché della loro consultabilità da remoto – aggiunge Improta – rappresenta una lodevole innovazione che però non deve mai perdere di vista l’architrave dell’ordinamento: le garanzie dell’individuo sia esso indagato, imputato o vittima del reato. L’Avvocatura ha sempre tenuto alta l’attenzione su eventuali derive inquietanti che, complice lo stato emergenziale in cui nell’ultimo anno ci è toccato vivere, tendono a cartolarizzare e ad informatizzare, in via assoluta, il processo penale creando la figura “mostruosa ed evanescente” dell’imputato “telematico”.
Un ologramma, un ammasso di pixel che, proiettato sullo schermo, deve essere difeso e giudicato da remoto. Ecco, questo tipo di processo eretico è da allontanare foss’anche con pratiche esorcistiche! Duole dirlo, nell’ultimo anno si è tentato di istituire un processo penale di tal fatta. L’insano disegno, fortunatamente, ha trovato non sola la granitica ostilità degli avvocati ma anche di tantissimi magistrati che, evidentemente, ancora credono che esistano delle regole costituzionali che sono intangibili ed imprescindibili in uno Stato di diritto.
Il processo penale deve essere celebrato in presenza: non c’è alternativa! La drammaticità dell’ordalia processuale, dell’escussione dei testi, dell’esame dell’imputato, dello scontro dialettico tra accusa e difesa, deve essere vissuto, metabolizzato dal vivo da chi, alla fine, è deputato a decidere. Il Giudice deve maturare il suo libero convincimento sulla “carne viva” del processo, sulle titubanze dei testimoni, sugli alterchi tra avvocato e Pubblico ministero, sul meta -linguaggio dei protagonisti del processo: tutto conta e si conta nel dibattimento!
Scomporre tutti questi momenti di vita vera e reale ed aggregarli in bit tramite un’immagine o un video riprodotto sullo schermo di un PC significherebbe fare strame del processo accusatorio che porta con sé (almeno in potenza) il dogma della parità tra accusa e difesa che giocano la loro partita dinanzi ad un Giudice terzo.
Pertanto, ben vengano le innovazioni che permettano alla giustizia penale di adeguarsi ai tempi e di migliorare la risposta alle istanze degli utenti ma, nel contempo, non si perda di vista che il luogo del processo conclude il presidente Improta – è l’aula e che i protagonisti sono persone fisiche non inafferrabili ologrammi rinchiusi in uno schermo’.