Si terrà sabato 30 maggio 2015, alle ore 18.00, presso la Sala Consiliare del Palazzo Comunale, l’incontro sul tema: “Serena Mollicone – Santino Tuzi la verità e la Giustizia non si archiviano”. All’iniziativa, organizzata dal Circolo provinciale “I Cittadini Contro le Mafie e la Corruzione” di Frosinone e patrocinata dal Comune di Sora, parteciperanno:
Ernesto Tersigni -Sindaco di Sora, Carlo Marino – Referente Fr. “I Cittadini Contro le Mafie e la Corruzione”, Guglielmo Mollicone – Padre di Serena Mollicone, Maria Tuzi – Figlia di Santino Tuzi, Pino Nazio – Giornalista e scrittore, Sara Cordella – Grafologa Forense, Rosangela Coluzzi -Avvocato. Conclude Antonio Turri, Presidente ” I Cittadini Contro le Mafie e la Corruzione”.
La morte di Serena Mollicone, avvenuta il 1° giugno 2001, è tutt’ora un caso irrisolto. Pino Nazio, nel suo libro “Il mistero del bosco. L’incredibile storia del delitto di Arce” (Sovera Edizioni), ci racconta di Serena, della sua innocenza tradita, della sua grazia messa a tacere. “Il mistero del bosco” è non solo la cronologia di un odioso delitto, ma anche la cronologia di una manciata di anime. Padre, madre, figlie: una figura materna uscita di scena troppo presto, per quelle amare deviazioni della vita che distruggono equilibri faticosamente raggiunti; la costruzione di un carattere dolce e combattivo, quello di Serena; la resilienza di un padre che ha visto due volte, orribilmente, spezzarsi le precarie e fortissime simmetrie familiari. Tutto ciò che ruota intorno al «caso di Arce» che, dopo molti anni di indagini, giace in una luce sinistra che non rivela e non riscalda, in parte impolverato dal passare del tempo e dall’assenza di un vento risolutore che non arriva, che non spazza via l’inessenziale.
Santino Tuzi fu ritrovato morto l’11 aprile 2008, nelle campagne di Arce. Solo pochi giorni prima era stato ascoltato sul caso Mollicone. “Mio padre non si sarebbe mai suicidato. Qualche ora prima della sua morte uscì di casa dicendo che doveva recarsi un attimo a Sora, ma non è più ritornato. Non ci sono lettere o manoscritti che potessero far presagire una situazione del genere. Per fugare ogni dubbio – spiega Maria Tuzi – abbiamo anche avuto colloqui con il medico di famiglia il quale ci ha confermato che non aveva disturbi depressivi”. Proprio per questo la famiglia ha chiesto che siano condotte nuove indagini.