SCUOLA

Broccostella – L’Evan Gorga celebra il Dantedì

La Giornata mondiale della poesia, ricorrenza istituita dall’Unesco nel 1999 e che coincide con l’inizio della primavera, è stata celebrata nel Comprensivo “Evan Gorga” di Broccostella il 21 marzo unitamente alla ricorrenza del Dantedì.

L’Istituto ha organizzato una serie di appuntamenti con gli alunni e con la comunità scolastica, finalizzati a celebrare la poesia e il suo ruolo nella società odierna. La poesia si propone come una soluzione a ogni crisi in cui viene a trovarsi l’umanità, in nome del principio secondo cui soltanto la civiltà della parola può fermare la voce delle armi e spezzare le catene dell’odio. Civiltà della parola non vuole essere semplicemente una medicina dei mali, ma la soluzione al male, la soluzione al silenzio che si presenta con i panni dell’indifferenza. In tal senso, la testimonianza più efficace di quanto siano vere queste affermazioni sta nella figura di Dante Alighieri, che non è solo il più grande dei poeti italiani e della letteratura mondiale, ma il più tenace nel credere nella forza delle cultura e della poesia come risorse per l’uomo, per un regno di giustizia e di pace.

Per questo gli studenti delle V di Broccostella, redazione centrale del giornalino d’Istituto, preparati con dedizione non comune dalle docenti Alessandra Mollo e Benedetta Lecce hanno incontrato, pochi giorni prima del Dantedì, il 23 marzo, presso l’Auditorium di Broccostella, la Dirigente Scolastica, Prof.ssa Anita Monti, e la vicepreside, Prof.ssa Patrizia Martucci per un confronto sulla figura del Sommo poeta e per mostrare loro i lavori realizzati con impegno e cura sulla figura e l’opera dantesca.

Parlare di un gigante, di un così grande classico della letteratura a dei bambini è stato possibile perché gli alunni delle quinte hanno iniziato un percorso di lettura con le docenti, che ha consentito loro di sviluppare una naturale propensione a leggere, ad avere una mente più aperta e la capacità di decodificare il mondo in maniera molto più ricca rispetto ai coetanei. Questo conferma il fatto che lettori non si nasce, ma si diventa e l’attitudine alla lettura deve essere favorita in famiglia e, soprattutto, a scuola. Quel che conta è, dunque, l’educazione all’importanza della lettura e della cultura. La passione verso la lettura è una conquista culturale e non un dato naturale. Gli alunni delle quinte hanno accolto la Dirigente Monti e la Vicepreside Martucci impersonando alcuni personaggi della Commedia dantesca e hanno illustrato in modo eccellente e puntuale la vita di Dante, la figura e l’esaltazione di Beatrice, hanno spiegato il contenuto e il significato storico culturale delle sue opere più importanti come la Vita nuova, il Convivio, il De Vulgari Eloquentia, relazionando, come dei veri studenti adulti, sulla differenza tra le opere in latino e quelle in volgare, sulla lingua e i legami con Petrarca e Boccaccio, i legami con la Ciociaria e i richiami all’interno della Commedia di città, luoghi del nostro territorio e spiegando la struttura e il testo della Commedia attraverso vari livelli di lettura, con una proprietà di linguaggio e con una spontaneità e bravura da lasciare stupiti, attoniti e compiaciuti tutti i presenti.

Alla fine della presentazione sul Dantedì i bambini hanno donato alla Preside una corona di alloro laureandola con queste parole: “In qualità di Sommo poeta del nostro Istituto Le consegnamo questa corona di alloro simbolo di intelligenza, sapienza e cultura”.La Dirigente si è espressa in termini entusiastici nei riguardi dei numerosi lavori preparati dai bambini e si è complimentata con le docenti per aver saputo infondere nei ragazzi l’amore per la lettura e la sensibilità necessaria per accostarsi alla grandezza di un autore tra i più illustri della letteratura mondiale. “I bambini sono straordinari, infiniti” – sono state le parole della Dirigente Scolastica – “e, nel ringraziarvi, dedico a voi e alle vostre docenti questa corona di alloro con il suo valore poetico e culturale“.

La Dirigente Monti, inoltre, ha ricordato attraverso una lezione che ha toccato argomenti storici, letterari e antropologici, quanto sia presente il nostro territorio nella Commedia, elencando i nomi delle comunità della Ciociaria toccate dall’opera dantesca: Atina, Anagni, Alatri, Ferentino, Cassino, il monte Cacume. E ha soffermato la sua attenzione sull’Appennino “luogo dove tutto ha avuto inizio, dove ha avuto inizio la nostra Storia”, anche la presenza dell’Appennino con i suoi tratturi, le transumanze, gli usi antropologici del lavoro pastorale e agricolo. Ha ricordato i popoli dell’appennino che, come gli ebrei, hanno trasmesso, muovendosi nei territori da loro occupati, la loro cultura. Ha ricordato agli studenti che ciascuno è portatore di cultura, un concetto antropologico fondamentale. D’altra parte non poteva tacere nemmeno i riferimenti eruditi sulle figure di Enea, Virgilio, Ulisse, Saturno, quest’ultimo, secondo la mitologia, è il fondatore di molte città del nostro territorio. Ha poi parlato dell’importanza di Montecassino, come faro di civiltà e custode di un patrimonio di codici antichi tra i quali si annoverano anche quelli Danteschi, di Petrarca, Boccaccio. La Prof.ssa Monti ha impreziosito la manifestazione raccontando la leggenda che spiega i legami tra l’opera di Dante e la valle di Comino.

Qui, infatti, un bambino nato a Settefrati intorno al 1100 si dice sia stato l’ispiratore di quest’opera, si chiamava ALBERICO IL VISIONARIO. Di nobile famiglia, a dieci anni, come ci racconta nel Chronicon Casinense Pietro Diacono, colpito da gravissima malattia, rimase privo di coscienza per nove giorni e nove notti. Ebbe allora una visione in cui s. Pietro, accompagnato da due angeli, gli fece conoscere le pene infernali e le beatitudini del Paradiso. Ritornato alla vita si fece allora monaco a Montecassino, ove fu accolto da Gerardo che incaricò Guido, maestro dello stesso Alberico, di scriverne la visione; il che questi fece apportandovi ritocchi e aggiunte. Da ciò Alberico, per esortazione dell’abate Senioretto fu indotto a riscrivere in tre giorni la sua visione, giunta fino a noi e conservata nel codice Cassinese 257. Fu poi preposto del monastero di S. Maria, non lontano da Montecassino, nel 1145. Alberico è ricordato come uno dei precursori della Commedia. La storia di Alberico viene ritratta in un affresco ritrovato nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie nei pressi del Santuario di Canneto.

Potrebbe anche non essere vera” – ha dichiarato la Dirigente Scolastica davanti all’uditorio – “ma questa è una questione che tocca la nostra sensibilità, perché tutte le leggende si muovono sul crinale del vero e del verosimile. Ciò che conta è che tutti noi continuiamo a credere nella poesia, nel suo effetto misterioso e utopico, nella sua forza che travalica i secoli e rende vivo per sempre ciò che invece sarebbe destinato a durare un tempo effimero. Auguro a voi alunni” – ha concluso la Dirigente Prof.ssa Monti – “che possiate mantenere vivo il legame con la poesia nel segno della civiltà futura“.
Paola Di Scanno