di Valeria Di Folco
Da diversi mesi ormai due giovani diventati amici, un atleta di handbike, Francesco detto Crispino e un giornalista di nome Alessandro, stanno andando in giro tra scuole e luoghi pubblici della nostra provincia a presentare il loro libro scritto a quattro mani. In esso raccontano la storia di Francesco che, nel fiore degli anni, quando sta cominciando ad affacciarsi nel mondo del lavoro grazie al servizio civile che lo vede collocato in una scuola, scopre di essere affetto da una malattia degenerativa che si sta già manifestando con i primi lievi sintomi e che ben presto sconvolgerà completamente la sua vita. Francesco, dopo un primo periodo di sconforto, con accanto i suoi genitori che lo hanno sempre supportato e incoraggiato, reagisce facendosi forza e cercando di adattarsi in ogni modo alla sua nuova condizione: inizia così a praticare l’Handbyke convinto del valore terapeutico dello sport. Durante il lokdown conosce Alessandro, giornalista e scrittore con il quale nasce subito un affetto incondizionato e la voglia di far conoscere al mondo la sua vicenda e di lanciare un messaggio: “la vita è fatta di andate e ritorni dove solo tu puoi essere l’artefice del risultato”. Da qui il titolo.
Nel racconto ad Alessandro, Francesco, riavvolgendo il nastro della sua esistenza, torna a quegli anni in cui la malattia cominciò a manifestarsi, a quella scuola in cui per un anno prestò servizio civile e si ricorda di un ragazzo, Gianfilippo, un alunno con la sindrome di Down, al quale era stato affiancato per dargli una mano nelle attività sportive o per accompagnarlo nei viaggi d’istruzione. Fu quello il suo primo incontro con la disabilità, quella stessa alla quale anche lui si stava avviando e questo incontro si rivelò per lui di una ricchezza impensata. Gianfilippo infatti, con la sua sensibilità fuori dal comune, aveva probabilmente capito di non trovarsi davanti ad un semplice educatore ma più che altro davanti a un “collega” e così si relazionava con lui, ridendo e prendendolo in giro per la sua andatura barcollante, insegnandogli l’autoironia, scuotendolo e distraendolo dall’autocommiserazione, prendendolo per mano e, letteralmente, accompagnandolo verso una condizione di vita che per Francesco era nuova, per lui era la quotidianità dalla nascita. Dopo quell’anno Francesco non aveva più incontrato il suo piccolo amico, poi scrivendo il libro, il ricordo di Gianfilippo si è ripresentato in tutta la sua chiarezza e la sua sostanzialità dando definitivamente a Francesco la consapevolezza di quanto questo incontro sia stato fondamentale per il suo approccio con disabilità. Il caso ha voluto che il libro di Francesco e Alessandro sia stato presentato nella nostra scuola, l’Istituto Comprensivo Evan Gorga, proprio la scuola in cui sedici anni fa Francesco aveva conosciuto Gianfilippo. Quest’ultimo, venuto a conoscenza dell’evento e ricordandosi bene di Francesco, ha voluto rivederlo ed è venuto a trovarlo alla presentazione. Davanti a quell’abbraccio e a quei sorrisi si sono sciolte tutte le lacrime di commozione dei presenti ma ancora una volta Gianfilippo, ormai maturo trentenne, ha saputo riportare una risata sui visi di tutti con le sue parole: “Eravamo belli e forti…..abbiamo fatto tante belle cose insieme”. E’ proprio il caso di dire che la vita a volte ti fa delle sorprese inaspettate. La presentazione del libro è stata una di queste e per questo ci piace condividerla e farla conoscere a tutti, perché Francesco e Gianfilippo, siano un esempio di cooperazione e positività.