Continuano all’Istituto Comprensivo Evan Gorga di Broccostella, le opportunità formative altamente innovative offerte ai docenti di ogni ordine e grado e a tutto il personale della scuola.
Si è tenuto infatti la scorsa settimana, nei locali del plesso di Broccostella, un Incontro formativo dal titolo “Dalle emozioni ai sentimenti, dai sentimenti ai comportamenti. Educazione emotiva, empatica, attiva a partire da me. Matrici relazionali per prevenire il disagio e condividere l’agio“, programmato e organizzato nell’ambito di un percorso intrapreso dall’inizio dell’anno scolastico e teso a promuovere il benessere dei docenti con ricaduta a cascata sugli alunni.
Per la conduzione del corso il nostro Istituto, grazie alla Dirigente scolastica Anita Monti da sempre pioniera nell’ambito di questo tipo di formazione, ha avuto il privilegio di ospitare il Prof. Fernando Battista, docente presso l’Università Roma 3, esperto di pedagogia del confine e impegnato da decenni a divulgare linguaggi inclusivi a partire dall’ascolto di se stessi, del proprio corpo, del nostro esserci.
Il docente ha iniziato il suo percorso formativo laureandosi in economia e commercio e, in seguito, in psicologia clinica: ha conseguito il dottorato in Filosofia e scienze dell’educazione; in seguito si è specializzato in pedagogia BES, diplomato in Artiterapie, conseguendo, altresì, il titolo di professionista nella relazione d’aiuto (counselor) e danzamovimentoespressivoterapeuta.
Intrapresa la carriera di docente, è professore a contratto presso il Master di II livello in Educazione interculturale e Artiterapie; è formatore / performer presso la scuola di Arti performative; insegna DMT (Danzamovimentoterapia) Expression Primitive nei corsi TFA per docenti presso Uni- Roma TRE e pratiche di DMT Relazionale – Creativa e Danza – Teatro. E’ autore del testo “ Pedagogia del confine”.
Attraverso una metodologia attiva ed esperienziale caratterizzante l’approccio formativo del prof. Fernando Battista, i partecipanti sono stati invitati all’esplorazione dello spazio, della forma del corpo, dell’uso del peso, esplorando il tempo con alcune specifiche di utilizzazione del ritmo secondo la matrice dell’Expression Primitive, esperienza pregnante sotto il profilo etno-antropologico e strumento per creare struttura, concentrazione, definire rituali di appartenenza e aggregazione. E’ stato fatto riferimento alla Danzamomvimentoterapia Relazionale-Creativa (metodo F. Battista), all’Embodied Simulation e alla “Teoria dei neuroni specchio” che permettono di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in relazione con gli altri: quando osserviamo infatti un nostro simile compiere un particolare gesto si attivano, nel nostro cervello, gli stessi neuroni che entrano in gioco quando siamo noi a compiere quella stessa azione e ci portano ad imitarlo. Sono state dunque sperimentate pratiche di rispecchiamento, esperienze e ”giochi” motori ora più liberi ora più strutturati per arrivare all’improvvisazione danzata, con connessioni legate alla Danza sensibile, al teatro danza di Pina Bausch, alla danza contemporanea e alla danza contact.
Gli obiettivi di questa esperienza, peraltro pienamente conseguiti, sono stati: Creare appartenenza e coesione di gruppo – Rafforzare la consapevolezza del proprio sé in senso psico-corporeo e le proprie capacità espressive e comunicative (processi empatici) – favorire o rafforzare e valorizzare il proprio processo creativo – promuovere un clima relazionale che favorisca la libera espressione, la reciproca valorizzazione e il dialogo.
“Lasciamo i giudizi fuori dalla porta” e “non parliamo perché il parlare di uno di noi potrebbe rompere la sintonia con e tra tutti gli altri” sono state due delle indicazioni di esordio che hanno reso i partecipanti completamente liberi di esprimersi e di seguire con i movimenti, ritmi e pensieri, entrando in sintonia gli uni con gli altri esclusivamente attraverso il contatto fisico, lo sguardo e il sorriso.
Il tutto si è concretizzato, alla fine, in una sensazione diffusa di calma e benessere, di alleggerimento dal proprio bagaglio di pensieri e di preoccupazioni e dalla voglia di rimanere ancora a condividere del tempo insieme, in un momento conviviale, ascoltando la natura circostante e raccontandoci esperienze di vita davanti ad un fragrante caffè, con l’auspicio, anzi, diciamo la certezza che quanto vissuto, al più presto, dovrà ripetersi. Naturalmente non poteva mancare il proposito di rivedersi e ripetere e approfondire la splendida esperienza vissuta.