Chi non ricorda il famoso film ‘Non ci resta che Piangere’? In una sequenza famosissima, Massimo Troisi e Roberto Benigni si trovano incastrati nelle maglie di un’odiosa dogana che pretende un balzello ad ogni loro passaggio: “Chi siete? Cosa fate? Cosa portate? Quanti siete? Un fiorino!”. Questo succedeva nel medioevo. Oggi, mi chiedo, possiamo dire di esserne usciti? Mi riferisco, ad esempio, a quello che alcuni comuni stanno facendo per rimpinguare le loro casse (come se tra Tares e altre tasse non stessimo già pagando abbastanza) e cioè piazzare sulle superstrade e strade extraurbane un numero esagerato di autovelox. Negli ultimi mesi, infatti, abbiamo assistito al loro quasi selvaggio aumento, tanto da assimilarli a delle vere e proprie tasse di pedaggio!
Percorrere le strade che ci separano da casa, dall’ufficio, o anche da una semplice giornata di relax al mare sta diventando un incubo: un attimo di distrazione e…scatta la tagliola. Come non notare, poi, la posizione ‘strategica’ di alcuni rilevatori? Addirittura vengono installati in un tratto in discesa, così da costringere ad abbassare anche il pedale del freno (con tutti i seri pericoli che ne derivano). Io non credo che, in casi come questo, si possa parlare di prevenzione o sicurezza stradale, tutt’altro. Senza considerare, poi, che il più delle volte il limite di velocità viene praticamente imposto dalla pericolosità e dallo stato di dissesto della strada stessa. In questo senso, se è vero che le somme derivate da queste sanzioni dovrebbero essere impiegate per la manutenzione delle strade e per favorire la sicurezza, la mia speranza è che i comuni non le utilizzino per le varie sagre delle sagne e fagioli, ma le girino anche agli enti proprietari delle strade extraurbane, in modo da reinvestire adeguatamente queste risorse! Specifico che il mio pensiero non è quello di voler sfrecciare sulle strade come un fulmine senza preoccuparmi degli autovelox: moderare la velocità è sempre giusto ed importante, per salvaguardare la propria incolumità e, soprattutto, quella degli altri. Tuttavia, il fiorire di questi rilevatori, anche in luoghi dove non servono e dove potrebbero addirittura creare nuovi rischi, non può passare inosservato.
Altra nota dolente, inoltre, è il degrado delle aree di sosta lungo le tratte e nei pressi degli svincoli, a causa dei rifiuti abbandonati. Sono una vera e propria indecenza: carta di tutti i tipi, plastica, bidoni, animali morti e tanto altro ancora. Per non parlare della vegetazione e dei rovi che crescono indisturbati invadendo anche le carreggiate. E’ la mortificazione di ogni sforzo di promozione turistica dei nostri territori! Mettiamoci per un momento nei panni di un povero turista che assiste attonito a tale degrado e che, dopo qualche tempo, si vede arrivare a casa una multa salata per eccesso di velocità: farà anzitutto fatica a capire come mai arriva da un comune in cui non è mai stato (salvo poi accorgersi di esservi transitato anche solo per 500 metri di strada) e poi di certo non si farà vedere più dalle nostre parti!