Crescono a vista d’occhio le discariche abusive sulle sponde del fiume Melfa. Segnalate costantemente dall’associazione ecologica Fare Verde alle autorità competenti, questa mattina un servizio del Tgr Rai ha interessato il tratto in località Spineto, dove da oltre 40 giorni giace un enorme immondezzaio sul letto del torrente Mollarino.
Materiale edile, plastica, vetro e molto altro ancora sono tra i rifiuti che deturpano e inquinano lo storico corso d’acqua che è anche a rischio idrogeologico, come testimoniano le precedenti esondazioni. Stamane, sul tratto interessato, insieme ad una troupe del Tgr guidata dall’inviato Pasquale Notargiacomo, sono state raccolte le testimonianze della gente del posto, dei Dirigenti di Fare Verde Valle di Comino e del sindaco di Atina Piero Volante. “A seguito dei sopralluoghi effettuati dalla Polizia Locale – ha dichiarato il primo cittadino – siamo venuti a conoscenza di tale discarica che decisamente sta deturpando il nostro amato fiume. Di conseguenza, è stata inviata dall’Amministrazione comunale che rappresento un’ordinanza di rimozione di tutto il materiale. A rimuoverlo e smaltirlo, entro 30 giorni da oggi, dovrà essere il proprietario (già individuato) della particella di terreno che si affaccia sul Melfa“.
Sul luogo del “delitto” non potevano mancare volontari e dirigenti dell’attivissima Associazione Fare Verde, tra i quali Monica Cedrone, Manola Boccarossa e Paolo Fallena. “Ogni giorno svolgiamo il nostro ruolo di associazione ecologica – sottolineano da Fare Verde – monitorando il fiume e i litorali e segnalando la presenza di discariche abusive ai Comuni e alle autorità di competenza. E purtroppo, quotidianamente assistiamo a scempi come questi, ad opera di veri e propri criminali privi di ogni senso civico. Si tratta di un malcostume assai diffuso nei tratti stradali ed ora sempre più sulle sponde di fiumi e laghi. Va detto anche che sul Melfa e il torrente Mollarino si coltivano i famosi fagioli cannellini Dop. Quindi si parla anche di rischi importanti per le aziende e i coltivatori presenti sul territorio di Atina, oltre a quello delle piene che, prima dell’avvenuto recupero dei rifiuti, potrebbe portarsi tutto via“.
Caty Paglia