L’Ente Pubblico denominato ‘Ater’, come ben noto, opera nel campo dell’edilizia residenziale pubblica al fine di garantire efficacia, efficienza, ed economicità delle proprie funzioni amministrative. Inoltre, si impegna per agevolare il risanamento gestionale e la riqualificazione del patrimonio amministrato, attuando interventi di edilizia residenziale sovvenzionata, agevolata e convenzionata da destinare a soggetti socialmente svantaggiati.
A tale scopo, l’azienda utilizza risorse finanziarie proprie e/o provenienti per lo stesso scopo da altri soggetti pubblici. Con l’introduzione dell’IMU, l’Ater, a seguito dei calcoli definitivi effettuati nel mese di dicembre 2012, si trova oggi a dover pagare un importo di circa € 650.000 di imposta, distribuita sul territorio ove è presente: tutto questo, a causa delle aliquote stabilite dai comuni.
Non bisogna dimenticare che l’Ater nasce per supportare i comuni stessi, al fine di risolvere l’annoso problema dell’emergenza abitativa e della riqualificazione dei territori. Si ricorda, inoltre, che nell’anno 2010 l’Ater ha richiesto un mutuo per pagare principalmente tutta l’Ici pregressa e non corrisposta negli anni novanta e primi anni del duemila: ciò ha generato, purtroppo, uno squilibrio per le casse dell’ente tale da rischiare di provocare un fermo dei servizi manutentivi e non solo, con gravissime conseguenze per gli utenti assegnatari degli alloggi.
Va specificato che l’Ater è soggetta all’aliquota dello 0,76 ridotta a 0,38 per effetto dell’esenzione del versamento della quota statale con la detrazione di € 200,00. I comuni, secondo quanto previsto, possono ridurre o maggiorare l’aliquota dello 0,3%. L’incremento dell’aliquota nel caso specifico delle Ater, oltre che essere esplicitamente previsto nella delibera o regolamento comunale, deve essere assistito da una specifica motivazione. Una motivazione che non può essere costituita dal semplice riferimento alla necessità di reperire maggiori entrate per il raggiungimento del pareggio di bilancio, ma che deve riguardare la scelta operata in concreto nell’esercizio della potestà regolamentare, relativamente alle categorie di soggetti passivi e di immobili colpiti dall’incremento. La stessa circolare MEF n. 3/(par. 5) rimarca che tale potere deve essere esercitato secondo criteri di ragionevolezza e senza creare effetti discriminatori tra contribuenti.
Pertanto, con la presente, al fine di scongiurare il grave pericolo per la comunità e per le classi sociali più deboli che deriverebbe dalla sostanziale paralisi operativa dell’Ater, nell’ottica della reciproca collaborazione tra enti pubblici siamo a chiedere la riduzione dell’aliquota base così come previsto dallo 0,38 allo 0,08.
Nella certezza di aver esposto con chiarezza il punto di vista dell’azienda e in attesa di un concreto riscontro alla presente, si inviano cordiali saluti.
Enzo Di Stefano
Presidente dell’Ater di Frosinone