Errore materiale o tentata truffa?
E’ la domanda che si è posta una donna di cinquant’anni, alla cui porta, qualche giorno fa, ha bussato una incaricata di una società che stipula assicurazioni parallele alla fornitura di energia elettrica.
La signora ha fatto entrare l’incaricata, ha ascoltato la sua proposta, ha firmato il contratto, impegnandosi a versare sei euro al mese: una somma del tutto sostenibile. Come la legge vuole, però, l’incaricata ha spiegato alla padrona di casa che avrebbe avuto 30 giorni di tempo per disdire il contratto.
Peccato che la data apposta dall’incaricata non era quella reale del giorno in corso, ma quella del mese precedente: 4 Febbraio, anziché 4 Marzo. Fortuna ha voluto che la signora si sia accorta – quando ormai l’incaricata era andata via – dell’errore, avendo tutto il tempo di procedere alla disdetta, perché il mese di Febbraio, come è noto, è di 28 giorni, con la scadenza dei 30 che, quindi slitta di quel tanto necessario per esercitare il diritto di recesso.
La signora ci ha raccontato la sua disavventura, che, a nostra volta, abbiamo voluto pubblicare per raccomandare a tutti maggiore attenzione, onde non incappare in spiacevoli trappole.