Una bravata. Che fa rima con scorpacciata. Niente di serio. Non vale nemmeno la pena usare sostantivi come ladri o furto. Ma è comunque curiosa l’indebita appropriazione di un cesto di fave che un noto ed apprezzato commerciante del centro storico ha scoperto l’altra mattina. L’uomo non sapeva se sorridere o dispiacersi, proprio per la natura del ‘bottino‘.
La storia è semplice. A quanto pare infatti un gruppetto di ragazzi annoiati transitando per il centro storico ha adocchiato una cassetta piena di legumi. Il negoziante non era nei paraggi, probabilmente si trovava all’interno della sua attività e così non ci hanno messo molto ad effettuare il prelievo.
Pare anche che i circa 10 chilogrammi di scafette – così le chiamano da queste parti – vendute al modico prezzo di due euro al kg, siano stati rapidamente consumati lungo la passeggiata del Belvedere. Almeno stando ai ‘residui’ rinvenuti sul viale. Non si sa se in compagnia di un bel pezzo di pecorino ed un fiasco di vino come storica usanza gastronomica vuole in abbinamento.
Certo è che le tradizioni spesso non si tramandano. Generazioni e generazioni di ragazzi del secolo scorso le fave le ‘rubava’ nei campi (insieme alle ciliege). Quasi sempre di notte, più per ingannare il tempo con il ‘gusto’ del proibito che per fame. C’erano soggetti che avevano la mappa delle coltivazioni. Sapevano dove e quando ‘colpire’. Oggi si preferisce usare altri metodi, molto più comodi.
Luciano Nicolò