PUNTURE DI SPILLO

Arpino – Sei mesi di chiacchiere. E incarichi

Sono trascorsi sei mesi dall’insediamento della ‘nuova’ amministrazione comunale. Era il 15 maggio scorso quando il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi venne eletto sindaco della città di Cicerone. Siamo a metà novembre e, tirando le somme, non si apprezza nulla di concreto. I problemi che c’erano prima ci sono ancora ed è diventato pure monotono rammentarli (Tulliano, cimitero, prg, ex conceria, impianti sportivi, ex barnabiti per citarne alcuni).

Si ricordano invece le sortite del sindaco sul referendum, sulla piazza da intitolare a Berlusconi, sulle riunioni di giunta in piscina ed ultimamente la questione di distrazione di massa, cioè la statua di Cicerone. In mezzo alcuni incarichi non proprio ‘ortodossi’. Come la nomina a dirigente dell’ufficio tecnico del marito di un consigliere comunale di maggioranza, oppure dei fiduciari dello stesso Sgarbi intesi quasi come ‘guardiani’ del Comune, di chi di fatto lo governa e di quello che vi capita dentro. Guardiani con famiglia a trenta euro l’ora.

Nemmeno l’ordinario è assicurato, come i i servizi essenziali: strade sfasciate, illuminazione carente, igiene e decoro ai minimi termini, controllo del territorio inesistente. Per citare solo alcuni degli aspetti trascurati. E così si procede in compartimenti stagni. Ognuno si arrangia per conto suo, non c’è visione del futuro, programmazione, un progetto di crescita. Solo chiacchiere. Finora. Per il resto prendersela con Sgarbi è inutile. Sgarbi fa lo Sgarbi e si sapeva. Ed ha altro a cui pensare. Chi lo ha sostenuto per sostenere se stesso e restare a galla con tanto di corposa indennità mensile dovrebbe riflettere anche sul fatto che non sono pochi gli ‘amici’ che hanno perso l’entusiasmo dei primi giorni e cominciano a storcere il naso. La delusione è palpabile, anche in maggioranza. Se ne sono accorti tutti tranne la minoranza.

La luna di miele è finita, spunta la luna di fiele. (foto archivio – panorama)

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