Gira sui social una nota dell’amministrazione civica che riguarda la vicenda delle scuole. In sintesi si esulta di fronte alla soluzione trovata: licei classico e scientifico in Comune (circa 430 persone ogni giorno) e il Comune a Palazzo Sangermano (non è più in vendita?). Al momento però non ci sono atti formali pubblicati, quindi determinazioni per impegno di spesa nonostante le operazioni di trasloco in affidamento diretto siano state già avviate da giorni. Non ci sono nemmeno delibere di giunta o di Consiglio per lo spostamento della sede comunale (ore 9.30).
Ne deriva l’impressione che la decisione è maturata solo all’ultimo minuto dopo settimane di improvvisazione, proteste, discussioni interne, riunioni, verbali, sopralluoghi, verifiche tecniche (anche su servizi igienici, impianti e reti).
E deve essere saltata proprio in dirittura di arrivo l’ipotesi del trasferimento degli uffici comunali in palazzo Boncompagni (piazza Municipio), che era la più praticabile ed economica. Qui qualcuno deve essersi opposto o forse addirittura si è imposto.
Si sostiene poi come le scuole restino ad Arpino quasi che ci fosse il pericolo di perderle. Del resto occorre creare un nemico per poi dire di averlo sconfitto. E che tornino in centro. E’ vero, ma solo temporanamente, almeno fino al completamente dei lavori nell’ex ospedale la cui conoscenza – va ricordato – risale a circa a due anni fa.
In centro, tuttavia, c’è il Convitto Liceo Tulliano – sede storica del Classico – che è chiuso per terremoto da 14 anni, oltre 11 con l’amministrazione in carica. E non si sa nemmeno se e quando riaprirà. Argomento convenientemente ignorato, come la letterina di tre pagine che l’arrabbiatissima preside del Comprensivo ha mandato in Comune tre settimane fa quando si parlava del Classico al terzo livello del complesso di via Colonna. Altro argomento convenientemente ignorato.
Ecco, sarebbe bastato portare il Classico al Comprensivo e lo Scientifico in parte del Comune lasciando quest’ultimo dov’è dato che buona parte degli uffici sono vuoti. Non si poteva fare?
lunic