AMMINISTRAZIONE

Arpino – Quel giardino non è proprio… un Belvedere

Una settimana dopo l’inaugurazione, fatta in fretta e furia tra proteste e furiose polemiche, non mostra miglioramenti il giardino del Belvedere. Tutt’altro.

Oggi siamo andati a verificare alcune segnalazioni ricevute dai cittadini negli ultimi giorni. E così non si può fare a meno di notare che sono già secche le piantine messe a dimora sull’accesso al termine della passeggiata. Forse andavano innaffiate senza sperare in Giove Pluvio.

Di fronte solchi scavati dalla pioggia che scarica terriccio sulla pavimentazione e che raggiunge la mini griglia che ormai è quasi del tutto intasata. E così l’acqua prosegue e preleva terra che si accumula formando pozze fangose. Che seccano ma che nessuno rimuove o pulisce.

Anche la giostrina è intasata. L’altra mattina una decina di bambini hanno dovuto arrangiarsi e fare la fila per giocare mentre dal piano morbido si staccano i primi pezzi.

La parte sistemata con ghiaia resta sporca. Fogliame, rifiuti e vegetazione si notano un po’ ovunque.

Affacciandosi sul Vallone si nota anche la selva oscura che raggiunge e oltrepassa le barriere. C’è da augurarsi che non si sviluppino incendi.

Già violata poi la prescrizione che vieta la consumazione di alcolici. Domenica sera birra tracannata a fiumi. Chi controlla?

Non convincono nemmeno gli orari di frequentazione. In estate il giardino chiude alle 20, quando ancora c’è sole. Di sera, con il fresco, è chiuso.

A questo si aggiunge che per stessa ammissione dell’amministrazione civica il parco – giardino è incompleto, nonostante tredici mesi di ritardo accumulato. Cioè manca la fontana, la pavimentazione deve essere ultimata, mancano i giochi. E pure qualche panchina. Vale a dire che non era pronto ma è stato inaugurato lo stesso. In fretta e furia e tra le proteste.

Insomma, nonostante il tentativo di indorare la pillola c’è poco da esultare ed ancora molto da fare e forse anche da cambiare. Perchè la realtà è diversa dalle chiacchiere. Viene in mente perciò un vecchio detto locale: na scarpa e na ciavatta!

Luciano Nicolò