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ARPINO, QUADRINI INTERROGA IL SINDACO: DOV’E’ FINITA L’AUTOVETTURA DEL COMUNE?

Gianluca Quadrini, membro dell’opposizione consiliare di Arpino, ha inoltrato un’interrogazione scritta al sindaco Renato Rea, nella quale chiede lumi su un autovettura (una Alfa 156) di proprietà comunale, che attualmente non è più presente nel parco macchine.

Nel testo, indirizzato al presidente del Consiglio comunale e allo stesso sindaco, Quadrini chiede di conoscere le condizioni d’uso dell’auto, la sua attuale collocazione ed i tempi entro i quali potrà essere nuovamente utilizzata. Inoltre, qualora questa fosse stata dismessa, il consigliere di opposizione chiede di sapere ‘con quale procedura è stata venduta e quanto è stato il ricavato economico dell’Ente’

A stretto giro di posta, dallo stesso Quadrini arriva un testo integrativo dell’interrogazione, come risultato di ulteriori informazioni acquisite: proprio lui, scrive, ha avuto modo di scorgere l’auto all’interno di una proprietà privata.

L’interrogante prosegue così: “A questo punto le cose possibili sono due: la prima, che l’autovettura è stata trasferita senza alcun presupposto da un deposito di autoriparazioni, dove giustamente era custodita, a casa di un privato senza essercene alcun motivo legalmente valido; oppure la seconda, ovvero che la stessa è stata ceduta ad un privato senza però che siano state messe in atto tutte le giuste procedure necessarie all’uopo previste per la dismissione degli autoveicoli di proprietà comunale, non ultimo l’assenso del Consiglio Comunale così come avviene anche per le sdemanializzazioni (basterebbe fare una visura al PRA per esserne certi).

Consapevole del fatto increscioso avvenuto ed in attesa di una risposta che sia la più esaustiva possibile, chiede al responsabile del patrimonio se sia stato possibile tutto ciò e chi lo ha permesso.

Al Sindaco chiedo di verificare le eventuali responsabilità dell’accaduto e, ove ce ne fossero, cosa ha intenzione di fare nei confronti di coloro che hanno permesso tutto ciò, se è così, “contra legem” in entrambi i casi possibili citati da me prima”.