Basterebbe la foto qui sopra per spiegare tutto. Due soli stendardi invece di sette: sventolano solo quelli di Arco e Ponte. Se lo contenderanno loro il Gonfalone 2021. Manifestazione in formato mignon ribattezzata ironicamente Gonfalino, oppure Gonfalone 2.7, oppure mini Gonfalone etc etc.
Alle 21 di questa sera in piazza Municipio ed in assetto anti covid si terrà la presentazione della 50esima edizione (c’è chi la chiama 49esima e mezzo) con la benedizione del drappo. Il 7 agosto poi la festa del quartiere Arco e il 12 quella del quartiere Ponte. Anche queste in formato ridotto. Sempre che si facciano, perché la tendenza della quarta ondata suggerisce massima prudenza.
In paese non sono affatto pochi coloro che vedono il Gonfalino con occhio critico. Ci sono alcuni commenti che non possono essere riportati, altri simpatici, alcuni spassosi. Non mancano considerazioni condivisibili. Si ha quasi l’impressione che sia in atto una sorta di accanimento che suscita forti perplessità rispetto a possibili convenienze. Quasi che il Gonfalone 2.7 si debba fare per forza, ignorando tre quarti del paese, cioè gli altri quartieri e contrade che hanno deciso di non partecipare. Perché questa era la festa di tutto il paese. Con Vallone, Collecarino, Vuotti, Civita Falconara e Vignepiane alla finestra.
Magari si comprende che partecipi il Ponte, o meglio la quota maggioritaria dell’associazione.
Non si capisce il clamoroso dietrofront dell’Arco che due anni fa, a conclusione dell’ultimo Gonfalone (quello vero), inviò un perentorio ultimatum alla Pro Loco sostenendo nero su bianco: o cambiano le cose oppure non partecipiamo più. Le cose non sono cambiate e l’Arco si è rimangiato critiche e accuse. Ragionevoli peraltro.
E’ evidente che qualcosa non quadra, deve esserci qualche ragione ignota (per ora) sotto questa vicenda. Non certo la passione per l’evento che, se non è ancora chiaro, così si sputtana!
Luciano Nicolò