C’è una Fondazione, ci sono decine di opere, ma la targa non c’è.
O meglio c’era, ma qualche vandalo o un mezzo in transito l’hanno danneggiata. Questo, tuttavia, accadeva anni fa. Perché sono anni e anni che l’amministrazione comunale, che spesso a sproposito si riempie la bocca del sostantivo ‘Cultura’, non installa una banalissima lastra in marmo 30×40 cm che rechi impressa la scritta Viale Umberto Mastroianni, peraltro rimediando sulla pagella zero in toponomastica.
La palina sulla quale era montata la precedente indicazione resta lì, sul Belvedere, semi arrugginita, quasi a perenne ricordo della totale incapacità di serbare rispetto ad un artista celebre in tutto il mondo che al paese ha donato la sua produzione monumentale valutata all’epoca diversi miliardi di lire.
Non ci sono scuse che giustifichino tale trascuratezza. La targa, semmai la posizione attuale fosse inidonea, può essere sistemata ovunque sui 200 metri (sì, 200 metri è lunga la strada intestata a Mastroianni e non è manco certo perché sulle carte del Comune si continua a scrivere Viale Belvedere). Un’idea era quella di piazzarla, magari di dimensioni più ampie, proprio sotto l’opera a forma di cavallo che si staglia al centro del viale. Ma ovunque starebbe bene.
Recentemente uno studio di ingegneria prendeva misure sul posto. Magari per qualche intervento futuro. In questo caso sarebbe opportuno, anzi doveroso, includere il posizionamento dell’indicazione.
Nel frattempo è ormai certificato che da qualche anno a questa parte la Cultura in paese ha compiuto solo passi indietro. E se ne capisce pure la ragione.
Avanza solo la cultura delle chiacchiere! Ma questa è… un’abitudine.