Un evento raro. La maggioranza che ribatte alle polemiche con un poco convincente tentativo di giustificare l’operazione che ha portato alla guida dell’Ufficio tecnico comunale il marito di un consigliere comunale. Di maggioranza. Che a sua volta è tecnico all’Ater che in paese ha possedimenti e progetti in corso. Solo a dirlo già stona. Sarebbe da fare un sondaggio: che ne pensate etc etc…? Sembra quasi che uno debba fidarsi per forza, che il diritto a dissentire sia negato nel solco di quel pensiero unico che è stato impostato dieci anni fa spaccando il paese in due.
Sia chiaro: nulla contro le capacità professionali del convenzionato, ma è evidente quanto la scelta sia inopportuna sia sul piano politico – che magari non gliene frega niente a nessuno – che su quello prettamente amministrativo. Le perplessità sollevate dai consiglieri di minoranza Andrea Chietini e Niccolò Casinelli – che pure fino a tre mesi fa stavano da quella parte – sono legittime, così come quelle sollevate sui gruppi whatsapp dagli stessi esponenti della squadra di governo per questa e per altre operazioni. Già, perchè ce ne sono altre. E qui magari la politica c’entra. Eccome se c’entra, con distanze abissali tra ruoli primari tutti a sinistra e ruoli tecnici tutti a destra. Molto a destra.
Ecco, in quest’ultimo caso capita che in Municipio la mano destra non sappia cosa fa la sinistra. Il paragone calza. Nel senso che la stessa maggioranza dubita di se stessa calando sul dirigente che firma gli atti la responsabilità delle scelte, che guarda caso hanno un qualcosa di parentale. Vale a dire che controllore e controllato è… tutto in famiglia. E magari è solo l’inizio! E magari ha ragione chi sostiene che passare da opportunità ad opportunismo è un attimo.
Ps 1. A proposito si giustificazioni, qualcuno potrebbe spiegare che cosa è successo all’albo on line del Comune?
Ps 2. Quadrini e Capuano non pervenuti!
Luciano Nicolò