Prolifera la vegetazione spontanea. Anche dove non dovrebbe. Come nella caratteristica piazzetta dedicata a San Francesco S. M. Bianchi. A pochi metri dalla statua c’è un groviglio di edera e sterpaglie che proviene dal muro sottostante e raggiunge il travertino della copertura, il lampione e pure i muri perimetrali di un’abitazione. Fra un po’ mi entreranno dentro casa, lamenta una residente.
Non è una novità, ma nessuno si decide a risolvere la modesta questione una volta per tutte restituendo un po’ di decoro alla suggestiva immagine che si coglie dalla ‘finestra’ che affaccia sul quartiere Civita Falconara e sul Castello.
Niente da fare. Nemmeno intorno, in tutta l’area del cosiddetto Cauto. Erbacce ovunque, che a volte nascondono rifiuti. Come in via Caio Mario, oppure nei dintorni del campetto. Da qui riceviamo la segnalazione fotografica. La sfalcio non è stato completato. Nelle stradine interne pubbliche la giungla resiste. Intanto in vicolo Gizzi resta una minaccia il vetro pendente da una finestra del Convitto. I delegati sono Bruno Biancale (manutenzione), Maria Manuel (ambiente), Massimo Sera (centro storico).
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