Strade, vegetazione, rifiuti, illuminazione. Una contrada abbandonata. Dove si sprecano le segnalazioni, dove le proteste dei cittadini si fanno sempre più insistenti. Purtroppo non si possono riportare, tanto sono esplicite, pesanti. Il dito è puntato contro il Comune, contro gli amministratori che trascurano quella che una volta era una elegante zona residenziale del paese.
Le immagini non mentono e dicono chiaramente che le strade, sia verso l’Abate che nel tratto urbano, così come nelle traverse interne, sono in condizioni precarie. Qui, evidentemente, il dissesto idrogeologico tramite il quale si stanno spargendo decine di tonnellate di asfalto – forse anche dove non serve – non c’è stato. Le vie sono sfasciate per ragioni incomprensibili alle mente umana.
Nemmeno il verde le la passa bene. Ci sono alberi con la doppia chioma, cunette e margini stradali ormai invisibili per le sterpaglie che proliferano.
La caratteristica piazzetta di fianco la chiesa intitolata a don Paolo Savona suscita forte indignazione. E in uno stato indegno. La adornano erbacce, i lampioni sono senza sfere da anni, la pulizia è un miraggio, i vasi di fiori rinsecchiti.
Dall’altra parte della Madonna del Carmine un contenitore per abiti usati è ‘circondato’ da sacchi pieni di chissà cosa e buste colme di spazzatura. Colpevole che li abbandona, negligente chi non pulisce. A tutto questo si aggiunge pure qualche perdita d’acqua.
Insomma, uno scenario desolante. Uno dei tanti! L’altro ieri proteste al Colle, ieri a Civita. Oggi al Collecarino. E domani a chi tocca?
Luciano Nicolò