Le segnalazioni arrivano una dietro l’altra. Gente indignata, fortemente critica. Persone che restano stupefatte di fronte all’azzardo sul tavolo verde della salute.
Decine di ragazzi, parte dei quali senza mascherina o altre protezioni, uno vicino all’altro quasi che i sostantivi ‘assembramento’ oppure ‘distanziamento’ avessero tutt’altro significato. Eppure, in piena seconda ondata, il richiamo di una bevuta tra amici ha avuto la meglio sull’allarme che ormai risuona da quasi un anno.
Centro storico di Arpino, ore 20 circa di ieri. A ridosso di un esercizio pubblico è festa della birra e non solo della birra. Bottiglie, più che boccali e bicchierini. La gente passa, osserva e si mette le mani nei capelli. I giudizi sono severi, alcuni non ripetibili. Chi chiama in causa i giovani, chi i loro genitori. Chi forse scatta foto. Tutti o quasi tutti volgono lo sguardo verso le autorità, le forze dell’ordine. Anche qui commenti poco lusinghieri. Le giustificazioni non reggono di fronte al pericolo di beccarsi il virus, di trasmetterlo ai familiari più anziani col serio rischio di spedirli al Creatore. Pochi metri fanno la differenza, le solite soluzioni all’italiana: vale tutto e il contrario di tutto.
Qualcosa non funziona, qualcuno non sta facendo fino in fondo il proprio dovere. Fortuna vuole che quasi tutti gli esercenti e commercianti rispettino le regole.
Altrimenti i numeri sarebbero diversi, molto più preoccupanti.
Cin cin!
Ni