Il regolamento a cui fa riferimento l’ex consigliere Iafrate Mauro è costruito su un principio semplice. Il Comune spende mille euro all’anno per ogni cane chiuso nelle gabbie dei canili.
Lo afferma il presidente dell’assise civica Giuseppe Fortuna, che replica rapidamente all’esponente della Lega che stamane ha chiesto quanti cani siano stati adottati negli ultimi anni rispetto all’iniziativa lanciata dallo stesso Fortuna. Che aggiunge: Se questi soldi invece che ai canili venissero destinati ai cittadini che adottano gli animali avremmo assicurato una vita migliore ai cani randagi che passerebbero dalla gabbia alle cure e all’affetto di una famiglia. Nel regolamento veniva disposto che il contributo economico spettante al cittadino adottante era di 1.700 euro ripartito in tre anni quale partecipazione alle spese di cura dell’animale. Questo consentiva anche un ingente risparmio per le casse comunali.
Poi fa sapere: A bloccare questa inziativa, votata all’unanimità dal consiglio comunale, l’ex consigliere Iafrate in quella seduta risultava assente, è stata l’associazione EKOS PET, attiva sui canili privati siti in Arpino, che si è rifiutata di collaborare con il Comune nella realizzazione e nell’applicazione del protocolo necessario alla buona riuscita dell’adozozione come prevede la legge Regionale 34/97 e la Direttiva per il coordinamento delle funzioni amministrative e sanitarie in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo. Proprio la legge infatti affida alle associazioni animaliste la funzione di coordinamento dei protocolli di adozione, i controlli pre e post affido.
Quindi conclude: Il regolamento è ancora in vigore non essendo stato mai nè modificato nè sostituito, ma di associazioni animaliste che vogliano affiancare l’amministrazione nel consentire una vita migliore ai cani chiusi in gabbia, non si ha notizia. (foto web)