Quando ha aperto la busta da mezzo chilo di carta per poco non prendeva un colpo. Lei, che di acqua ne usa pochissima, si è vista recapitare da Acea una fattura di circa 1.200 euro. Come se ne avesse consumata quasi una piscina olimpionica. La storia la racconta lei stessa, 88 anni portati splendidamente e soprattutto con mente lucida.
Quando le è arrivata la bolletta che cosa ha fatto? Sono rimasta di sasso, non mi sarebbe bastata nemmeno la pensione per pagarla. Ma come, mi sono chiesta, possibile che ho consumato così tanto e non me ne sono accorta? E adesso come faccio?
E poi cosa è successo? L’ho fatta vedere ad alcuni familiari che mi hanno consigliato di far eseguire verifiche su eventuali perdite prima di contestarla. E così ho chiamato un idraulico che di perdite non ne ha trovate. A questo punto ho pensato ad un errore da parte del gestore.
E quindi? Mi hanno suggerito di andare a Sora presso un ufficio che sta dove una volta c’era il cinema. Ed ho dovuto farlo per due volte. Qui l’errore è stato chiarito.
Cioè? A quanto pare devono aver scambiato qualche numero del contatore quando sono passati a fare la lettura e di conseguenza non mi hanno addebitato il mio consumo reale ma quello di un altro utente. O almeno così mi hanno detto.
La simpatica vecchietta racconta che per tanti anni ha vissuto e lavorato in Inghilterra. Anche lì i fornitori di servizi commettono errori, solo che c’è una piccola differenza rispetto a quello che capita qui: non appena accertata la propria responsabilità ti mandano a casa una lettera di scuse mentre qui ho dovuto mettere mano al portafogli rimettendoci quasi 50 euro tra idraulico, spese postali e due viaggi a Sora. Adesso spero solo che non capiti più una cosa del genere. Ho trascorso due settimane con questo pensiero in testa e non ci voglio passare più.
Naturalmente se Acea ha qualcosa da dire al riguardo siamo a disposizione.
LUCIANO NICOLO’