Arce, barriere architettoniche e impedimenti all’esistenza libera e dignitosa.
L’ espressione “barriera architettonica” entra a far parte del linguaggio comune soltanto a partire dalla seconda metà del secolo scorso.Nell’unione lessicale il termine “barriera” (dal francese barrière, sbarra,staccionata), per il suo collegamento all’aggettivo “architettonica”, rivela immediatamente l’origine dello sviluppo teorico e pratico del tema, indiscutibilmente legato all’approfondimento, soprattutto nell’ambito delle scienze della progettazione e della trasformazione dell’ambiente, naturale e “costruito” (ingegneria, architettura, urbanistica),della ricerca di nuove regole e di soluzioni progettuali moderne capaci di eliminare o limitare gli impedimenti fisici alle possibilità di spostamento delle persone affette da disabilità.
Pochi mesi fa a lamentare la poca attenzione nei confronti dei disabili erano stati i genitori di un ragazzo affetto da disabilità, proprio sulla questione dei parcheggi, spiegano che avevano pubblicato tramite social un post-denuncia attenzionando al Comune di Arce la problematica affinché venissero messi a norma, visto che diversi stalli sono di fatto inutilizzabili perché disegnati accanto a gradini, marciapiedi, o in zone scoscese che non consentono un accesso dal lato passeggero agevole e in sicurezza.
Essendo trascorsi 4 mesi e di fatto nulla è stato fatto nei giorni a seguire informeremo di tale violazione del diritto alla mobilità delle persone affette da disabilità il difensore civico, affinche vengano garantiti i diritti che allo stato attuale, degli stalli, non vengono garantiti. (nota di Sinistra Italiana – foto generica – archivio)