Un museo più contemporaneo con la pecora a quattro corna che stupisce i visitatori. Grande successo sabato scorso ad Arce per l’evento organizzato dal Comune di Arce – Assessorato alla Cultura presso il Museo Gente di Ciociaria.
L’occasione è stata l’inaugurazione dell’installazione etnografica e presentazione del gadget sulla Pecora Quadricorna (una popolazione ovina del territorio non più allevata, a fortissimo rischio estinzione) resasi possibile grazie ad un progetto finanziato dalla Regione Lazio e realizzato da un team di esperti coordinato da Daniele Quadraccia.
«Questa installazione – ha detto il direttore del museo antropologico Quadraccia – ci permette di lanciare due ponti fondamentali per il museo. Quello con il tema della biodiversità, facendoci aderire pienamente alla nuova definizione di museo di ICOM, e quello con un’importante associazione del territorio, denominata Il Gallo Larino, che da anni si batte per la tutela di risorse genetiche animali autoctone del territorio a rischio erosione genetica».
«Siamo grati al Museo di Arce – ha detto Roberto Dalia, presidente de Il Gallo Larino – per averci ospitati. La nostra associazione attraverso molte difficoltà cerca di salvare quello che è uno degli ultimi nuclei di Pecora Quadricorna al mondo, a partire dai bisogni principali come cibo e cure verso gli animali fino ad arrivare alle prospettive di valorizzazione che possono rilanciare il territorio sotto vari punti di vista».
«Interventi come questi – ha commentato invece Alessandra Broccolini, presidente di Simbdea e docente di Antropologia presso La Sapienza – permettono di ripensare i musei locali come luoghi di sperimentazione museografica e comunitaria, inserendo nell’allestimento e nel bookshop non solo manufatti ma vere e proprie relazioni culturali».
Lo zootecnico Luigi Tacchi ha spiegato l’importante valore della storia genetica della Pecora Quadricorna. «Sappiamo – ha detto – che è una popolazione ancestrale che manifesta forti similitudini somatiche con altri ovini dolicocefali del Medio Oriente. La sua origine potrebbe risalire addirittura al Neolitico, qualora venga appurato, con innovative tecniche di indagine genetica, che si tratti di un relitto di antiche popolazione giunte nel nostro territorio da lontano».
«I musei – ha spiegato il museografo e docente di Antropologia culturale Vincenzo Padiglione – sono luoghi di interpretazione delle comunità, attraverso manufatti e installazioni. Sono quindi pienamente d’accordo con il direttore Quadraccia e con tutto il team di lavoro nella scelta di aggiornare un po’ il museo attraverso un linguaggio contemporaneo che possa attrarre e stupire il visitatore».
Soddisfazione per l’evento e la nuova installazione è stata espressa dall’Amministrazione comunale di Arce. «Ringrazio tutti gli interventi – ha detto in un passaggio il sindaco Luigi Germani – e tutti coloro che hanno lavorato al progetto. Eventi come questo sono importanti perché danno lustro alla nostra comunità e ci permettono di pensare al futuro in modo propositivo e costruttivo». «Questa iniziativa – ha commentato l’assessore alla Cultura Alessandro Proia – rientra all’interno di un insieme di azioni culturali che da diversi mesi stiamo portando avanti cercando di coinvolgere numerose realtà del nostro territorio. Non è una strada semplice da seguire, ma si incominciano ad intravedere i primi risultati».