Arce – Discarica: il Comune sbaglia, i cittadini pagano
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Chi sbaglia? E chi paga?
Se lo chiede Alfonso Rosanova, consigliere comunale di minoranza. Il capogruppo di Buongiorno Arce affida all’ennesimo post l’opinione circa la recente vicenda del sequestro da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia ambientale e forestale della discarica e ricorda che le due aree sono nei pressi dell’ex mattatoio del Comune.
Una vicenda emblematica perché simboleggia l’incapacità dei nostri amministratori e il degrado di Arce. La Procura del Tribunale di Cassino accerterà eventuali responsabilità penali ma è singolare che siano stati apposti i sigilli a un’area recintata del Comune, a ridosso dell’isola ecologica che dovrebbe servire proprio a favorire il corretto smaltimento dei rifiuti e nei pressi delle acque del Rio Cancello. Cassonetti pieni di vernice, sacchi di fertilizzanti e di materiale da costruzione in cattivo stato, un serbatoio, rifiuti ferrosi, elettrodomestici.Alfonso Rosanova
Quindi osserva: Un caso anomalo perché non riguarda una zona all’aperto del territorio comunale ma un’area recintata (con cancello e chiavi) che dovrebbe essere controllata dal Comune. Ancor più emblematico è il fatto che si cerchi di presentare come una nota di merito l’istanza di dissequestro e l’incarico finalizzato alla rimozione dei rifiuti e alla bonifica.
Rosanova si sofferma anche su un altro aspetto: Nè può essere una scusante l’asserita circostanza che i rifiuti erano lì da tempo… perché appare evidente come sia mancata ogni forma di controllo diretto e indiretto. Inoltre, resta da chiarire la questione di una concessione gratuita e, a quanto pare, senza contratto di quell’area alla ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Quel che è certo è che la bonifica costerà decine e decine di migliaia di euro che graveranno sulle casse comunali e, dunque, ancora una volta su tutti i cittadini di Arce.
Infine afferma: Gli amministratori sbagliano e i cittadini pagano come quando il Tar del Lazio ha condannato l’amministrazione a restituire un finanziamento regionale di 800.000 euro che doveva servire a completare il noto scheletro in cemento che deturpa il paese: una cartolina dell’incapacità a governare.
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