di Gianpiero Pizzuti
Aveva firmato il suo delitto, altro che persona incapace di intendere e di volere. Con il passare dei giorni emergono nuove verità su Antonio Palleschi il mostro di Broccostella. Dopo essersi macchiato di un delitto così efferato, aveva portato ad un “compro oro” dell’interland del sorano, l’anello che Gilberta indossava quella mattina, pensando di poterla farla franca, non solo lucrando sulla sua vittima, ma addirittura firmando la ricevuta del versamento avvenuto allo sportello dell’esercizio commerciale. I compro oro non prendono in carico le pietre preziose, così l’addetto aveva smontato la pietra ed aveva trattenuto l’anello per la vendita. Antonio Palleschi non sapeva che fuori c’erano i carabinieri che lo pedinavano da tempo, una volta uscito dal negozio, i militari hanno voluto sapere perché l’uomo era entrato nell’esercizio commerciale e con loro stupore hanno scoperto una verità inaspettata.
Davanti ai loro occhi la busta con l’anello da vendere la ricevuta della consegna avvenuta firmata da quello che si rivelerà il reo confesso dell’assassino. Non c’erano più dubbi era lui l’orco, il boia. Dopo le immagini della telecamera che aveva ripreso la sua macchina due volte quella mattina, l’anello di Gilberta cancellava ogni zona d’ombra sul giallo di San Martino, l’assassino aveva un nome ed un cognome. Un uomo capace di cancellare ogni prova, liberandosi degli abiti insanguinati, di gettare in discarica l’intera tappezzeria della sua nissan Micra, di depistare le indagini spargendo qua e la oggetti della povera Gilberta per poi, sfacciatamente, dopo la crudeltà con la quale aveva strappato la vita alla donna di cercare di rivendersi il suoi oggetti personali.
La famiglia ha saputo in questi giorni della tentata vendita dell’anello di Gilberta. Tutto, comunque, grazie ad una telecamera, l’unica nella zona di San Martino, che ha catturato quei fotogrammi sui quali i carabinieri hanno potuto avviare le loro indagini. E’ il secondo caso in pochi giorni in Italia dove gli assassini vengono smascherati da occhi elettronici, è successo in Sicilia per il piccolo Loris, è accaduto a Sora per Gilberta :”Stiamo valutando seriamente – ha commentato il sindaco di Sora Ernesto Tersigni – di ampliare in città le telecamere di video sorveglianza, possono fornire dettagli importanti in casi come questi, ma soprattutto a tutela dei cittadini e dell’intera comunità”.