Da Rodolfo Damiani riceviamo e pubblichiamo:
L’Associazione “Il Sagittario” continuando il suo percorso di promotore di culturale, presenta, nella settimana che parte dal 7 al 25 di giugno, presso il Museo della Media Valle del Liri a Sora, la rassegna d’arte dal titolo “Donne d’Amore…..Donne d’Amare” del maestro Antonio Notari. Nella mostra, nata sotto il Patrocinio del Comune di Sora, avremo il privilegio di godere dei racconti grafici e pittorici del maestro, affabulatore dal tocco caratterizzante e dai colori di luce. La rassegna è coordinata da Anna Maria Giordano e dal curatore artistico Angelo Calabrese.
Ogni pittore nasconde sotto la patina di pittura maritata alla tela qualcosa del suo IO pittorico che è già più avanti rispetto all’esperienza visiva.
Notari ha saputo scoprire, nella sua ricerca un modo di porre le cose con un equilibrio tra esegesi lirica e azione drammatica che non posso non definire rigoroso, come rigorose sono le sue creazioni fantastiche, sempre con più senso drammatico e audacie proprie dell’inconsapevolezza.
Il “nuovo” di Notari, proprio per questo suo criptare quello che verrà in futuro, non appare attraverso momenti di rottura, per Antonio, come per Newton, “natura non facit saltus”, non avviene per soluzione di continuità, ma lo si avverte quando si instaura un confronto storico delle sue opere “panta rei” con un determinismo atomistico.
In questa socializzazione dell’arte, ci troviamo ad affrontare una disputa artistica fra le tecniche usate dall’Artista, ma il termine “disputa” è improprio, in quanto non c’è conflitto, è un confronto di modi d’approccio alla rappresentazione artistica.
Partecipiamo alla disputa ideale fra opere di Notari espresse in una forma diversa: in una parte dei capolavori esposti non ci sono i colori, non c’è la politesse delle sue tele, abbiamo solo opere così come il Maestro le ha intuite senza la mediazione alla concinnitas del colore, è l’atto puro di Gentile, è lo spirito dionisiaco di Niestzeke, è l’idea che si materializza in punta di penna nella sua forza, crudezza e immediatezza.
I dipinti, l’altro elemento di questa mostra se ci s’immedesima nel maestro, sono immagini che argomentano in forme diverse la stessa storia. Alla drammaticità spoglia ed esasperata resa diversa per il mezzo, si ammirano le ninfe asessuate dei quadri arcadii. Anche in queste opere i personaggi si presentano dubbiosi e ardui con il maestro che si pone come chi individua le speranze, è come un demiurgo impassibile ma partecipe senza esserne protagonista delle soluzioni.
Le sue figure sono comunque “altro” dal caos che lascia intuire e da cui si distaccano per il loro contenuto di sobria eleganza e di purezza anche se celata nella drammaticità dei gesti, in cui si coglie sempre una luce che attiva un orizzonte di ottimismo.
Attraverso le opere in punta di penna il Maestro dimostra che la sua ricerca di base si pone in termini dialettici nell’agone del rinnovamento del linguaggio figurativo, divenendone un protagonista raffinato e ispirato.
La mostra è espressiva degli elementi essenziali dell’Artista: un disegno sontuoso, forza espressiva in tutte le sue varianti, libertà di concezione della forma e d’intuizione del pensiero che detta tale forma, una saggezza nell’attribuzione dei colori di una sconvolgente modernità pur senza dimenticare la lezione classica.