CULTURA E INTRATTENIMENTO

ANTICHE MONETE CIOCIARE VANNO ALL’ASTA IN SVIZZERA

Da Michele Santulli riceviamo e pubblichiamo.

A partire dalla terza settimana del mese andranno disperse a Zurigo in una pubblica asta una serie di monete antiche provenienti da alcune prestigiose collezioni. Da quell’antico territorio disteso ai  piedi dell’alma Roma, una volta noto come Regio Prima Campania, poi come Latium adiectum, poi Campagna di Roma,  poi Marittima e Campagna, poi ecc. con confini meridionali fino al Garigliano o al Liri a seconda delle vicende storiche, da questi ultimi secoli identificato folkloricamente anche come Ciociaria, sono usciti in epoca romana e medievale personaggi e relativi fatti e vicende  che hanno contribuito a fare la storia occidentale. Chi ha piacere a conoscerne di più e meglio prenda tra le mani “ORGOGLIO CIOCIARO/Ciociaria pride”:  si resterà sbalorditi. E di conseguenza nella Numismatica la rappresentanza ciociara è notevole e significativa principalmente  in epoca romana e medievale con sprazzi fino al 1600/1700  coi Boncompagni-Ludovisi di Isola del Liri e coi Trivulzio-Gallio di Alvito.

In epoca romana repubblicana la città di Atina riveste un ruolo, anche in numismatica, di primario significato specie se si considera che si  trattava di un piccolo centro: ancora non si è trovato l’appassionato che si sia proposto l’impresa di mettere assieme tali reperti; aveva iniziato con impegno ammirevole il dr Armando Mancini di Atina che affianco alla fatica pesante della gestione della propria attività industriale  seppe trovare  anche il tempo di dedicarsi alla raccolta delle monete battute in epoca repubblicana da personaggi atinati a Roma: conseguì un notevole risultato nell’arco degli anni pur se non ruscì a cogliere  l’obbiettivo ottimale perché la vita lo abbandonò: ora la sua preziosa ed unica raccolta, circa 35 pezzi, in maggioranza denarii d’argento, è stata legata al Museo archeologico di Atina: un gesto di mecenatismo quasi inimmaginabile nella nostra terra. Quindi questa raccolta, che possiamo definire eccezionale senza tema di esagerazione alcuna per significato e valore, può esser fonte di apprendimento e di gratificazione per scolari e studenti e per  adulti.

In questa vendita svizzera saranno battuti una diecina di monete di Atina , un paio di Priverno,  un aureo del generale di Giulio Cesare Aulo Hirzio,  di Ferentino;  quelle particolarmente  rare e, nel contempo, bellissime nella conservazione e nella fattura, sono le seguenti:

-)un asse in bronzo (quarta parte del sesterzio imperiale)  che illustra sul dritto il volto di Marco Vipsanio Agrippa da Arpino, personaggio che,  come si sa,  è stato una delle eccellenze fondamentali della storia romana: tale illustrazione ci mostra un volto nuovo del generale, estremamente espressivo, magistralmente inciso dallo scultore, così ben conservato da sembrare quasi un fior di conio;

-)altra moneta che allo splendido stato di conservazione aggiunge il grado massimo di rarità, tanto che se ne conoscono solo due o tre esemplari, è un tremisse aureo raffigurante sul dritto il volto del re longobardo Ratchis o Rachis, risalente all’epoca del suo regno 744-749: il re longobardo si distinse per coraggio e saggezza e non ultimo per il suo rispetto e considerazione degli umili e dei poveri del regno; la sua volontà di  mettere da parte l’etnia originaria per evitare motivi di attrito con le altre etnie barbariche presenti nella penisola a quell’epoca  e volersi richiamare alla romanità, incontrò la riprovazione dei suoi connazionali che in una assemblea lo deposero dalla carica di re: depresso  e offeso decise coi suoi familiari di rinunciare alla vita terrena e di prendere i voti: e coi figli maschi si ritirò a Montecassino,  mentre la moglie con il seguito si rinchiuse nel convento benedettino fondato da Santa Scolastica ai piedi di Montecassino, a Piumarola;

-)terza moneta particolarmente pregiata non solo per il grado di rarità quanto per l’eccellente stato di conservazione, inusitato per i tempi, è una moneta d’argento in uso al tempo di Bonifacio VIII, grosso paparino: sul dritto ben leggibile è il volto del pontefice anagnino. E’ tra le primissime monete battute nell’esilio avignonese.

Poche migliaia di Euro per reperti storici e collezionistici di squisita qualità e rarità: l’auspicio è che qualche benpensante, consapevole del significato degli affioramenti segnalati e del loro valore storico e soprattutto del loro significato per la terra di Ciociaria, si faccia carico di far tornare in patria i rari reperti.