Ha affidato il suo pensiero al proprio profilo Facebook per mettere in guardia da quello che, a suo dire, potrebbe diventare il ‘solito, confuso pasticciaccio’. Enzo Di Stefano non usa mezzi termini per criticare il progetto ‘SoraOPEN’, messo a punto dall’amministrazione comunale e per il quale sono pronti circa 140mila euro. Sotto la lente d’ingrandimento del già sindaco di Sora, la questione della ripartizione dei costi. In particolare, Di Stefano fa riferimento alle consulenze esterne che verranno attivate, chiedendosi se davvero, all’interno del personale attualmente impiegato in Comune, non esistano figure adatte a portare avanti con successo l’iniziativa. Un interrogativo che sta facendo discutere già da diversi giorni e che, con tutta probabilità, continuerà ad imperversare anche per le prossime settimane. Di Stefano, tuttavia, non si ferma a questi dubbi, dicendo di essere curioso di sapere a chi verranno affidate le consulenze. Nell’esprimere le sue riserve, inoltre, l’ex presidente dell’Ater ha definito buona l’idea di innovare tecnologicamente la macchina burocratica e amministrativa, ma, allo stesso tempo, si è chiesto quale diretta utilità potrà avere questo progetto per il cittadino, che ‘in questo momento – scrive – credo abbia più bisogno di misure concrete di assistenza che di una nuova banca dati consultabile attraverso un’applicazione sullo smartphone’.
Qui di seguito riportiamo le dichiarazioni che Di Stefano ha espresso sul popolare social network:
“Ogni tentativo di innovazione della macchina istituzionale e burocratica è, per definizione, una buona cosa. Tuttavia, simili progetti dovrebbero sempre essere accompagnati da una chiarezza espositiva e, soprattutto, da una esaustiva relazione sulla spesa dei fondi a disposizione. Questo, nel caso del progetto denominato SoraOPEN dall’amministrazione comunale, non è ancora avvenuto. A pensarci bene, piuttosto ironico e contraddittorio che un’iniziativa che si caratterizza con la parola ‘open’, cioè ‘aperto’, presenti al suo interno numerosi lati oscuri, in special modo per quanto riguarda i costi.
Sorvolando, infatti, sulla reale utilità per il cittadino, che pure in questo momento credo abbia più bisogno di misure concrete di assistenza che di una nuova banca dati consultabile attraverso un’applicazione sullo smartphone, sorprende leggere che, su un totale di oltre 140mila euro ammessi al finanziamento, la stragrande maggioranza dei fondi sarà impiegata per attivare e remunerare consulenze esterne. Evidentemente, all’interno delle variegate risorse umane già a disposizione, l’amministrazione non ritiene di poter contare su professionalità adatte. Abbastanza stupefacente, in particolar modo se consideriamo che, per la maggior parte dei casi, si tratterebbe semplicemente di incamerare dati ed inserirli nei computer del Comune.
A questo punto, sarà molto interessante andare a capire chi saranno i consulenti speciali ai quali l’amministrazione avrà inteso rivolgersi anche per studiare un marchio che, visto quanto costa, dovrebbe essere a dir poco spettacolare. Inoltre, una volta conosciuti i nomi, potrà essere utile andare ad vedere se, effettivamente, all’interno dell’organico del personale attualmente in carico, non esistano figure che avrebbero potuto agevolmente svolgere il compito affidato ad esterni.
In sostanza, in merito al progetto SoraOPEN sarà necessario tenere gli occhi aperti: vedremo molto presto se, per realizzare un’applicazione per il cellulare da 140mila euro, si finirà nel solito confuso pasticciaccio”.
Pubblicato il: 12 luglio 2013 @ 20:56